Resoconto 2013 sul mondo dell’assenzio

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Siamo giunti alla fine del 2013, ci sembra opportuno fare il punto della situazione sul mondo dell’assenzio e apportare cambiamenti dove necessario.

ASSENZIO NEGLI USA

Dopo una fase iniziale (2007-2011) caratterizzata da un rapporto estremamente favorevole tra assenzi autentici (e di buona qualità) e surrogati, negli ultimi due anni l’equilibrio si è spostato abbastanza drasticamente sul peggio.
Il numero dei surrogati non è cambiato di molto, ma c’è indubbiamente stato un certo incremento.
Il problema principale invece è stato un selvaggio diffondersi di nuovi assenzi distillati da principianti e micro-distillerie varie.

 

Siccome negli USA si è diffusa la moda delle micro-distillerie, micro-birrerie, e in genere un apprezzamento di beni prodotti da piccole imprese a conduzione familiare o addirittura individuale (e in America le leggi permettono e anzi incoraggiano l’individuo a innovare ed aprire una sua attività), ci sono molte micro-distillerie o piccole distillerie che hanno la possibilità di “provare a fare un assenzio”. Ora, la produzione in piccola scala in genere è caratterizzata da maggiore qualità, e difatti la moda dei micro-produttori è di per se complessivamente molto positiva.
Purtroppo però, quando un distillatore, che magari produce spiriti di altissima qualità, legge quattro ricette su internet e si mette in testa di poter distillare un assenzio, allora abbiamo dei problemi. Ovviamente la mancanza di esperienza e una certa arroganza che accompagna quasi sempre chi già distilla per professione, e quindi pensa di poter distillare qualunque cosa, non possono che risultare in un assenzio scadente, pieno di errori di produzione.

Per fare un esempio, c’è stata una piccola distilleria Canadese che di recente ha lanciato il suo assenzio SENZA LOUCHE! Questo perché quoto dal loro sito “il louche deriva dagli olii essenziali di anice e finocchio che si trovano nelle code. La nostra prima distillazione non contiene code, che sono considerate prodotto di scarto, quindi non fa il louche. Le distillazioni successive comprenderanno il riciclo delle code quindi POTREBBERO fare il louche”.

A parte il fatto che il distillatore ovviamente è completamente ignorante in materia di assenzio, visto che gli olii essenziali che causano il louche SI TROVANO IN TUTTA LA DISTILLAZIONE, TESTA, CUORE E CODE, NON SOLO NELLE CODE! Ma allucinante è anche la faccia tosta del produttore che dopo aver commesso errori di distillazione e aver ottenuto un prodotto che non può nemmeno chiamarsi assenzio, cerca comunque di venderlo a pieno prezzo con la scusa che “secondo loro il louche non è importante”. Secondo loro? E che autorità hanno questo ultimi arrivati per decidere, contro l’intera comunità assenziofila mondiale negli ultimi 200 anni che il louche non è importante?
Per chi parla/legge l’inglese il thread originale http://wormwoodsociety.org/forums/topic/7744-pemberton-distillery-british-columbia/
Sfortunatamente non sono gli unici, anzi, in Europa c’è di peggio, come illustrerò più avanti.

Un’altra distilleria invece ha messo in vendita un assenzio in grande pompa, vantando la collaborazione con un famoso distillatore francese, e presentandolo come un assenzio di altissima gamma, il meglio del meglio. Un assenzio così eccezionale che quoto “mentre altri distillatori si affidano all’anetolo, responsabile dell’effetto Ouzo (non sanno nemmeno che si chiama louche N.d.R.) per ottenere gli aromi classici dell’assenzio, il nostro mastro distillatore non si abbassa ad usare tali trucchi e fa invece affidamento sulla macerazione di erbe pure in modo da mantenere il nostro assenzio trasparente e fresco, evitando l’effetto Ouzo (ancora, si tratta del louche) che non fa altro che intorbidire e sporcare l’assenzio”

Incredibile a che punto i venditori non siano disposti a mentire o ancor peggio vantarsi della loro ignoranza pur di vendere quattro bottiglie!
Originale: http://wormwoodsociety.org/forums/topic/8213-absinthe-one-is-it-pandor-fenom-or-something-similar/

Ultimo appunto sulla situazione negli. USA è che vari produttori si sono eclissati e hanno probabilmente perso interesse invece che migliorare il loro prodotto (per esempio il Sirene è scomparso) e vari produttori di ottimo assenzi sembrano aver adottato la tendenza globale del mondo dell’assenzio negli ultimi anni di abbassare i costi e la qualità perché tanto nessuno se ne accorge. Assenzi che sono calati più o meno drasticamente di qualità sono il Meadow of Love, Walton Waters e il Pacifique.

In compenso il Ridge Verte e Blanche (ora chiamato Vilya Verte) è decisamente migliorato, e lo stesso vale per il Leopold (che ha diminuito la, comunque piacevole, predominanza della base di pisco per raggiungere un ottimo equilibrio aromatico).

 

ASSENZIO IN EUROPA

Il 2013 ha visto vari cambiamenti nel mondo assenziofilo Europeo.
Anzitutto il risveglio del colosso Pernod. Con la filosofia tipica dei colossi finanziari, la Pernod non ha esitato a sporcarsi le mani: anzitutto ha citato in tribunale la distilleria Pernot per via del nome, non siamo a conoscenza di alcun esito per il momento. Inoltre la Pernod ha acquistato l’INTERO raccolto di assenzio dai contadini di Pontarlier (che a quanto pare non hanno avuto alcun problema a rimangiarsi la parola data a vari distillatori che avevano prenotato diversi quantitativi di assenzio mesi prima del raccolto) con il risultato che molti distillatori di assenzio che usano l’assenzio di Pontarlier nelle loro ricette quest’anno hanno avuto grossi problemi a procurarsi l’assenzio necessario.

La Pernod hai poi proceduto ad introdurre in pompa magna il loro “nuovo” assenzio prodotto secondo la ricetta originale Pernod, distillato e colorato naturalmente. OVVIAMENTE il nuovo assenzio Pernod non ha assolutamente NULLA A CHE VEDERE con il Pernod Fils pre-bando! Si tratta di un assenzio mediocre, ma quantomeno è assenzio e non più surrogato.

La lega dei distillatori di La Bleue sta continuando la sua ridicola crociata per impedire a tutti gli altri distillatori di chiamare il loro assenzio “assenzio” visto che secondo loro gli unici assenzi sono i La Bleue. Per adesso il mondo va avanti, ogni momento sembra che ci sia una rivoluzione, ma poi tutto si tace.

Nel 2012 c’è stato un po’ di tumulto sul tentativo di passare una definizione di assenzio nella Unione Europea, che purtroppo era stata influenzata negativamente da vari produttori come Guy, il colosso Pernod, etc, che volevano introdurre una serie di idiozie come al solito per vantaggio personale e per danneggiare i concorrenti (come un quantitativo minimo di tujone, etc). Fortunatamente o sfortunatamente, il parlamento Europeo ha deciso di non passare la legge, quindi siamo al punto di partenza, con nessuna definizione di assenzio nella UE, quindi tutti possono ancora fare quello che vogliono e chiamare assenzio qualunque cosa.

Un grosso scandalo invece si è aperto proprio nell’ultimo mese riguardo la distilleria Emile Pernot. Molti sanno che la distilleria Pernot è stata all’avanguardia della rinascita dell’assenzio in Europa, l’Un Emile è stato tra i primo assenzi autentici ad essere venduti sul mercato, seguito da altri ottimi assenzi: Doubs Mystique, Roquette 1797, Sauvage. La distilleria Pernot era anche, per chi ha partecipato alle Absinthiadi e Boveresse, veramente una sorta di paradiso assenziofilo, dove tutti gli esperti si ritrovavano per discutere e degustare non solo i prodotti Pernot, ma anche nuovi prodotti di altri distillatori.

Purtroppo le cose avevano già iniziato a cambiare negli ultimi anni, quando (presumibilmente in seguito al riassesto dal punto di vista amministrativo) la Pernot ha iniziato a sfornare nuovo assenzio dopo nuovo assenzio, con tutti questi nuovi assenzi avendo un profilo aromatico quasi identico e caratterizzato dall’onnipresente menta. Una strategia, questa, che sembra mirata ad approfittare del fatto che la maggior parte dei bevitori di assenzio vuole sempre provare un nuovo assenzio (prima ad adottare questa strategia è stata probabilmente la Matter).
Tutto questo però impallidisce di fronte a quanto successo di recente: vari assenziofili hanno iniziato a lamentarsi della qualità dell’ultima partita di Roquette 1797, dicendo che non aveva nulla a che vedere con il solito Roquette. La cosa è stata poi estesa ad alcuni esperti e noi stessi abbiamo avuto modo di verificare che l’ultima partita di Roquette 1797 è incredibilmente difettosa, e irriconoscibile dal classico Roquette che abbiamo sempre considerato un prodotto di alta qualità. Il problema si è verificato con un numero sufficiente di bottiglie da far pensare ad un’intera distillazione venuta male e difettosa nel qual caso la Pernot, pur consapevole che l’assenzio era profondamente difettoso, ha deciso di imbottigliarlo lo stesso e venderlo a pieno prezzo facendo finta di niente.

E come se non bastasse absinthes.com, che è anche consapevole del problema, ha appena lanciato uno sconto sul Roquette in quanto “assenzio numero uno del 2013″, dando la possibilità (secondo loro) ai loro clienti affezionati di portare a casa una bottiglia di Roquette in attesa della nuova partita, quando è abbastanza ovvio in realtà che vogliono sbarazzarsi delle ultime bottiglie di Roquette della partita difettosa.

Inutile dire quanto questo atteggiamento disonesto da parte di chi si presenta (ed era in passato) come paladino dell’assenzio e promotore di qualità, ci rattristi. Purtroppo il mondo dell’assenzio ha preso una brutta piega negli ultimi anni, ed è nostro compito esporre la verità al pubblico assenziofilo.


Firmato
Lo staff dell’Académie

Assenzio Italia
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