Nuove rivelazioni sull’origine dell’Absinthe

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L'Absinthe au Val-de-Travers. La vie des pionniers entre 1750 et 1830Abbiamo deciso di tradurre dal francese questo interessante articolo tratto dal sito del museo dell’Absinthe di Auvers-sur-Oise (http://absinthemuseum.auvers.over-blog.com/2015/12/nouvelles-revelations-sur-les-origines-de-l-absinthe.html) che ci da, grazie al certosino lavoro dei ricercatori svizzeri Jacques Kaeslin e Michel Kreis, nuove indicazioni sull’origine della Fée Verte. I loro sforzi sono raccolti nel nuovo libro “L’Absinthe in Val-de-Travers, la vita dei pionieri dal 1750 al 1830″. Buona lettura.

 

Nuove rivelazioni sulle origini dell’Absinthe

Dopo aver già pubblicato due libri sull’assenzio della Val-de-Travers, i ricercatori svizzeri Jaques Kaeslin e Michel Kreis hanno continuato le loro noiose ricerche dentro tutti gli atti notarili della valle e negli avvisi pubblici di Neuchatel, dal 1750 al 1830. Uno sfoglio sistematico che solo qualcuno molto ostinato e residente nelle vicinanze poteva eseguire.

Il risultato di questo lavoro è contenuto nel loro terzo libro: “Assenzio in Val-de-Travers, la vita dei pionieri tra il 1750 ed il 1830”.

Il paziente lavoro di J.K. e M.K. dimostra che l’origine dell’assenzio è molto anteriore alla data comunemente riconosciuta, le prime pubblicità commerciali risalgono al 1769.
Nel 1790 il villaggio di Couvet è già famoso per il suo Absinte e sulla piazza di Neuchatel i commercianti lo vendono in fusti, senza però specificarne l’origine.

In questo libro gli autori sostengono che il famoso dottor Ordinaire, francese esiliato in Svizzera per ragioni politiche, aveva effettivamente disertato dal reggimento di Metz dopo sette anni di servizio.

Ci rivelano poi come la storia secondo la quale colei che comunemente viene ricordata come “Mère Henriod”, la prima distillatrice d’Assenzio, non sia corretta.

La prima distillatrice d’Assenzio conosciuta a Couvet sarà Marguerite Henriette Henriod, detta Signorina Henriod, detentrice della “famosa ed unica ricetta d’ Extrait d’Absinthe di Couvet, come indicato sulla prima etichetta conosciuta”. Ella aveva un cabaret in Rue St. Gervais a Couvet, dove aveva avviato due dei suoi nipoti alla distillazione.

Quella che conosciamo come “Mère Henriod” era invece la moglie di uno dei nipoti di Marguerite, Jonas Henri Henriod. Possedeva sotto cognome da nubile, Marie-Louise Favre detta Lisette Favre, una pensione a Ginevra, nella quale produceva e vendeva Assenzio secondo la ricetta di Couvet, quella di sua zia per matrimonio Marguerite Henriette.

Alcoolizzati, ridotti in miseria, lei e suo marito Jonas commetteranno numerosi reati prima di dover fuggire da Neuchatel a causa di un mandato di arresto.

Senza dubbio sotto il nome “Mère Henriod”, propensa all’abuso di alcool, Lisette produsse un assenzio che si beveva a fatica, più amaro del Dubied pere et fils, almeno stando a quello che riportano le cronache.

Gli inizi semi-industriali dell’assenzio rimandano sempre all’associazione Dubied-Pernod, nessun documento precedente è stato ancora trovato.

Evidentemente tutto ciò è difficile da accettare dagli appassionati della Fée Verte, che si trovano davanti ad una storia che poco si accorda con quella romanzata che però ha scarsa attinenza con la realtà.

Se molti stentano ad accettare ciò, a loro discolpa, diciamo che questa è una questione da specialisti e storici. L’insieme degli appassionati non cerca un nome certo da assegnare al soprannome “Mère Henriod”, né a nessun altro attore di questa storia. Li ricevono così come sono, ovvero dei personaggi che restano malgrado tutto un po enigmatici che frutto di un insolito incontro diventeranno l’origine di un fenomeno che scuoterà in maniera imprevista la società del XIX secolo oltre il quale la Fata verde non ha mai smesso di far parlare di sé.


La ricerca di Kreis e Kaeslin si è dipanata nello sfoglio di migliaia di documenti, se le fonti non appaiono in nota sul libro, tutta la documentazione circostanziata è disponibile previo appuntamento, nel loro archivio.

Se quualcuno fosse interessato al libro sul sito del museo torverà tutti i riferimenti necessari per l’ordine.

Marco Tonarelli
Marco Tonarelli