La Pèlerinage - HG italiano (batch 2015)

HG

INTRODUZIONE:

Fino a poco tempo fa, se pensavo agli HG italiani, pensavo soltanto al Farom e al Kirkhope: non ho mai saputo ce ne fosse anche un terzo. Scoprirlo non ha potuto che riempirmi di gioia, soprattutto vista la qualità del prodotto. Perché tagliamo subito la testa al toro: questo assenzio è davvero buono. Quando assaggio un assenzio sapendo che poi dovrò scriverne una recensione che il distillatore leggerà ho sempre un po' d'ansia: e se non dovesse piacermi? Dovrei scriverlo, che non mi è piaciuto, e inevitabilmente mi sentirei in colpa. Ma fortunatamente non mi sono mai trovato in una simile situazione, men che meno questa volta.
Il campione che ho avuto il piacere di assaggiare è un prototipo del 2015, quindi le mie opinioni sono relative a quella versione.
Di nuovo, grazie ad Eros per avermelo fatto assaggiare e grazie a Dario per il suo lavoro.

 

La Pèlerinage - assenzio HG

 

COLORE:
Un verde acceso e piacevolissimo, e ovviamente del tutto naturale. Chiaro e trasparente. A louche avvenuto, il verde si schiarisce ulteriormente, avvicinandosi al bianco, ma rimanendo comunque del suo colore, sempre invitante.

LOUCHE:
Se la prende molto calma – tanto che in un primo momento mi stavo preoccupando – ma nel frattempo le oil trails sono ben presenti. Quando poi parte, non c'è davvero nulla da ridire: nuvoletta dal basso verso l'alto, progressiva e calma, da manuale, fino a formare un top layer definito che questa volta sono persino riuscito un po' a prendere in foto (pur non rendendogli del tutto giustizia).
Il risultato finale è pienamente soddisfacente: né troppo opaco né troppo poco, il cucchiaino si intravede a stento.

 

La Pèlerinage - assenzio HG

La Pèlerinage - assenzio HG

La Pèlerinage - assenzio HG
La Pèlerinage - assenzio HG

 

AROMA:
Intenso e gradevole, seppur forse con una nota di alcool un po' pronunciata che risulta pungente. Colpisce in particolar modo l'artemisia, in primo piano e profumatissima. A louche avvenuto, il tutto si apre alla perfezione, fuoriuscendo dal bicchiere e profumando la stanza. Promettente e invitante.

AL PALATO:
Il sapore mantiene tutte le aspettative create dall'aroma: holy trinity in primo piano, con artemisia pronunciata e ottima avvolta da una nota limonosa che, immagino, vada imputata alla melissa. Anche qui emerge un po' l'alcool, ma dopo i primissimi sorsi non dà alcun fastidio. Non saprei bene come spiegarlo, ma ho notato che, mentre tenendo l'assenzio in bocca questo ha un sapore molto classico (come d'altronde promesso dall'aroma), una volta mandato giù emerge un retrogusto che ha invece qualcosa di davvero particolare. Non saprei identificare tale particolarità, ma sicuramente posso dire di averla gradita moltissimo.
E' un assenzio sottile (ma non troppo), rinfrescante e che si beve davvero facilmente e con piacere. Mi ha ricordato un po' gli assenzi Pernot: non la Pernot odierna e purtroppo colpita dal calo qualitativo, naturalmente, ma quella dell'epoca che fu. In particolare mi ha fatto pensare al Doubs Mystique, ma con un louche migliore, e la nota limonosa mi ha riportato con i ricordi al Minette. Ma questo HG è sicuramente migliore del Minette, non c'è neanche da discuterne: non vuole essere un paragone qualitativo, ma di tipo di sapori.
La persistenza aromatica è molto buona: il sapore rimane in bocca a lungo, fresco e avvolgente, e soprattutto mantiene una sua complessità, senza che tutte le erbe si facciano da parte per lasciarne una sola predominante.

 

La Pèlerinage - assenzio HG

 

CONSIDERAZIONI FINALI:
Sono davvero soddisfatto. La presenza di un nuovo HG sul suolo nazionale non può che riempirmi di gioia, specialmente se questa è la qualità. L'assaggio mi ha pienamente convinto, mi ha lasciato la voglia di berne ancora, e per questo spero che presto nel mio armadio potrà trovare spazio una bottiglia intera. La mia unica piccola critica, fatta quasi soltanto perché mi sento in dovere di farla, è relativa al fatto che l'alcool tende forse a farsi sentire e intorpidisce un poco il palato; ma come ho scritto, in realtà, non dà nemmeno troppo fastidio. Nel complesso di tratta davvero di un assenzio buonissimo. Tanto di cappello a Dario, sono stato felicissimo di poterlo assaggiare.

 

 

Michele Ridella
Michele Ridella