Hill's absinth - il non-assenzio per eccellenza

Hill'sABSINTHE: Hill's Absinth

DISTILLERIA: Hill's Liquere s.r.o.

GRADAZIONE ALCOLICA: 70% vol.

TIPOLOGIA: Czech-style absinth

GIUDIZIO: N.C.

 

INTRODUZIONE:

La distilleria Hill Liquere fu fondata nel 1920 da Albin Hill e produsse fin dall’inizio diverse tipologie di alcolici. Negli anni ’40, visto che gli affari andavano piuttosto bene, fu aperto un secondo stabilimento; poi ci fu la guerra in Cecoslovacchia e con l’avvento del comunismo postbellico la distilleria fu confiscata e nel 1948 la produzione di assenzio si arrestò.
Nel 1990 Radomil Hill ricominciò a produrre nuovamente “assenzio”, e attraverso il distributore Green Bohemia (successivamente Green Utopia) riuscì a (ri)lanciarlo in Inghilterra a partire dal 1998.

PRESENTAZIONE:

Bottiglia trasparente a forma rettangolare con tappo in metallo. Etichetta piuttosto sobria, anche se la scritta “extra quality spirit” rasenta davvero il ridicolo.

COLORE: 0/10

Un assenzio autentico, dopo la distillazione (che in questo caso è ovviamente assente) andrebbe colorato con erbe scelte (tra le più diffuse, artemisia pontica, melissa, issopo e menta). Qui si è preferito optare per (ben) 3 coloranti: E133, E131 ed E102.
Il risultato finale è un innaturale bluasto-verdino pallido tendente al fluorescente.

Hill's absinth

LOUCHE: 0/10

Preparato con fontana l’intorbidimento sembrerebbe ritardare un (bel) po’: alla fine ci si accorge che è completamente assente, segno che manca l’ingrediente (quantitativamente) più importante dell’absinthe, ovvero l’anice.
In tutte le fasi della diluizione 1:1, 2:1 e 3:1, resta sempre trasparente.
N.B. – nella foto sembrerebbe esserci un timido tentativo di louche ritardato: in realtà questa impressione è data esclusivamente dallo zucchero sciolto ancora vagante nella soluzione.

Hill's absinth

COLORE DOPO L’AGGIUNTA D’ACQUA: 0/10

Direi che c’è ben poco da aggiungere o da commentare: resta assolutamente trasparente.
Ai meno esperti ricordo che un absinthe autentico, dopo l’aggiunta d’acqua, dovrebbe avere un’opacizz(color)azione.

Hill's absinth

AROMA: 5/30

L’aroma è vagamente artificial-medicinale, quasi da ospedale, a metà strada tra il colluttorio e il chewing-gum alla menta, ma con note più dolciastro-nauseabonde. Pur non avendo davvero nulla a che vedere coi tipici (e meno tipici) aromi dell’absinthe devo ammettere che all’olfatto non risulta comunque particolarmente ripugnante.

MOUTH-FEEL 2/10

Sottile al palato, inconsistente, sgradevole.

GUSTO 2/20

È una delle “cose” più lontane dall’assenzio che mi sia capitato di assaggiare: è stucchevole, dolciastro, nauseabondo, sottile, inconsistente, vagamente artificiale, monotematico, confuso, privo di una qualsiasi personalità (se non quella di un colluttorio scaduto). L’alcool utilizzato è di pessima qualità e piuttosto pungente, sembra davvero una vodka di quarta scelta aromatizzata con prodotti per l’igiene orale – un mix davvero poco invitante e credibile.
Come da tradizione praghese ho provato anche a berlo puro e flambé, ma rimane sempre lo stesso intruglio alcolico in formato (più o meno) concentrato. 

hills absinth 4

COMPLESSO: 1/10

È considerato il primo e il più famoso assenzio originale di Praga. In realtà è una specie di vodka mal riuscita al gusto di colluttorio. Obiettivamente imbevibile, poi, de gustibus..

TOTALE: 10/100

Hill's absinth

Note di assaggio: Preparazione tradizionale con fontana e con metodo flambé, puro e allungato con acqua, con e senza zucchero. 

PREGI:

  • A modo suo è entrato nella storia e una volta nella vita andrebbe comunque provato per cultura assenziofila. 

LIMITI:

  • Non ha nessun rapporto (neppure alla lontana) con l’assenzio.
  • È oggettivamente disgustoso.


 

Altre recensioni e approfondimenti autorevoli:


VIDEO: www.youtube.com/watch?v=w8yxgI7DjE0

DICONO DI LUI:

  • “Non ho mai assaggiato lo shampoo antiforfora prima d’ora, ma il sapore non deve essere molto diverso da questo.”
    (The Daily Telegraph)
  • “Acquavite potenziata con un sentore di capelli bruciati, che lascia un forte retrogusto anestetizzante come dopo aver mangiato un milione di quelle liquirizie tonde e rosa che tutti evitano”
    (Il Times)
  • “Quella robaccia inglese [in realtà ceca] non è assenzio.”
    (F. Guy)
  • “È disgustoso, autentica spazzatura. Come osano rubarci il nome? E’ più che indegno. Se Baudelaire e Rimbaud dovessero bere quella robaccia ceca, si rivolterebbero nelle tombe.”
    (J. Parisot, Manager della Guy)


In questa prova, solo per motiv(azion)i funzionali alla stessa, ho (anche) utilizzato la preparazione flambé: per chi ancora non lo sapesse ricordo che tale metodo è un falso storico/geografico che nasce a Praga nel 1990 (e non nel XIX sec.) dalla scarsa competenza (e soprattutto dal marketing) del suo inventore (guarda caso proprio R. Hill!) e distributore (Green Bohemia), e rappresenta la castroneria più enorme che si possa commettere nella preparazione di un absinthe: rovina il gusto (quando c’è ancora qualcosa da rovinare nei prodotti di scuola ispanico-praghese solitamente utilizzati per quel tipo di preparazione..), i cucchiai (notare che nella mia prova ho utilizzato della carta stagnola per evitare di bruciacchiare il mio), i bicchieri e può anche essere nocivo per la salute:


assenzio no fuocoVisto che il metodo “flambé” (reso celebre anche da film filologicamente inattendibili come Moulin Rouge e La vera storia di Jack lo squartatore) prende spesso il nome di “bohemie(/a)n”, i più furbi lo hanno associato ai bohemien francesi (che mai si sarebbero sognati di bere assenzio flambé!) mentre si riferisce alla regione della Boemia, ergo all’Europa dell’est.

Per approfondire leggi: Assenzio flambé: facciamo chiarezza su questo abominio