Scopriamo i furbetti e ciarlatani dell’assenzio

ImbonitoreIl mondo dell’assenzio, purtroppo, è un po’ una giungla: in mancanza di normative (ad eccezione per la Svizzera) che ne regolano la produzione, personaggi senza scrupoli approfittano di queste lacune e della generale ignoranza nei confronti dell’assenzio (ignoranza in senso buono, è un prodotto scomparso dal mercato per più di cento anni e la gente si è dimenticata il suo sapore, colore e caratteristiche) per spacciare come assenzio prodotti di bassa lega, che ricordano l’assenzio tanto quanto la birra ricorda il whisky. In particolare tali individui spesso e volentieri utilizzano leggende metropolitane sulle presunte proprietà psicoattive dell’assenzio (tutte baggianate che i veri esperti possono confutare facilmente con documenti storici e scientifici) per abbindolare giovani in cerca di uno “sballo legale”.

Ma tutti sappiamo bene che “non di solo pane vive l’uomo”, e di conseguenza altri cialtroni sono mossi da motivi meno venali, come il classico “farsi belli” di fronte ad amici e conoscenti. O la testardaggine nel non voler ammettere di aver preso le proverbiali lucciole per lanterne.

Come difendersi quindi? Come riconoscere questi loschi individui camuffati da esperti e sedicenti commercianti?

 

Fortunatamente i ciarlatani si distinguono per una mirabile ripetitività, grazie alla quale è facile suddividerli in categorie:

Il “FALSO UMILE“. Il falso umile partecipa alle discussioni o magari si iscrive ad un forum presentandosi come un modesto ed umile curioso, che si rivolge ai veri esperti per chiedere informazioni. In realtà in questa richiesta di informazioni è solitamente inclusa qualche menzogna che viene presentata come scontata. Del tipo:
“vorrei chiedere a voi esperti se c’è un assenzio moderno che ha gli stessi effetti di quello originale dell’800″
Questa apparentemente innocua domanda include in realtà l’informazione, data per scontata e considerata un postulato, che l’assenzio dell’800 avesse proprietà psicotrope particolari, cosa ovviamente FALSA. Quando poi gli viene risposto che gli effetti dell’assenzio moderno sono uguali a quello d’epoca, e cioè bevendo troppi bicchieri si prende una sbronza, il falso umile, invece di accettare la spiegazione come farebbe un vero umile, persevera nella sua convinzione con frasi del tipo “io non ne so tanto quanto voi esperti, ma nella mia piccola e modesta esperienza ho sentito che ci sono persone che hanno visto i sorci verdi dopo aver bevuto assenzio”. Per quanto gli si cerchi di far capire che si sbaglia, il falso umile persevera nel suo errore, approfittando del fatto che, se gli esperti perdono la pazienza e lo mandano a quel paese, il falso umile può avere la scusa per atteggiarsi a vittima. “Io sono venuto in pace a chiedere informazioni e mi trattate così”.

Il “PROFESSIONISTA ARROGANTE“. Il professionista arrogante ha sempre qualche interesse commerciale, di produzione o vendita; e solitamente tale tipologia di ciarlatano si va a scontrare con i veri esperti mentre cerca di promuovere i suoi prodotti. Quando gli esperti gli pongono domande sul metodo di produzione (o vedono su internet la foto del prodotto in questione con il suo bel colore artificiale stile Tantum Verde) e avendo appurato che non soddisfa le caratteristiche di un assenzio autentico glielo fanno notare, il professionista arrogante reagisce solitamente con sdegno e cerca di ribaltare la situazione mettendo in discussione la competenza degli esperti. “Ma chi sei tu per venirmi a dire che il mio prodotto non è assenzio?” e poi “Io lavoro come distillatore da 50 anni, la mia famiglia produce grappa da venti generazioni, quindi se permetti qualcosa sui liquori lo so. E tu? Che credenziali hai? Che lavoro fai?”. In caso non fosse sufficiente rincara la dose: “Ho speso anni e anni a sviluppare il mio assenzio e ho richiesto la collaborazione di un eminente chimico, liquorista, sommelier, etc, quindi non venitemi a dire che il mio prodotto non è assenzio. È fatto da professionisti che con i liquori ci lavorano e questo vale di più dell’opinione di quattro ragazzini su internet”. Insomma il più classico ed italianissimo “lei non sa chi sono io!”.
Il professionista arrogante cerca sempre di far valere la sua esperienza professionale (che non ha niente a che fare con l’assenzio) per dimostrare che ha più credibilità degli esperti che lo contraddicono. Purtroppo sono tutte menzogne, perché è OVVIO che un distillatore di grappa può essere espertissimo in materia di grappa e non sapere nulla sui whisky, ed un sommelier può sapere tutto sui vini ed essere completamente ignorante nel campo dei liquori.
L’unico modo per acquisire conoscenza ed esperienza nel campo dell’assenzio è frequentare i forum (gli esperti e appassionati sono pochi e sparsi in tutto il mondo, per forza si devono ritrovare su internet!), imparare da coloro che sono già esperti, partecipare agli eventi, etc. Leggere alcuni manuali e libri d’epoca aiuta, ma per imparare come si distilla l’assenzio non c’è altra via che vedere un esperto all’opera o fare tentativi e sottoporli alla comunità di esperti (che è sempre molto disponibile nei confronti di chi è genuinamente appassionato) per consigli e giudizi.
In taluni casi il professionista arrogante, come ultima risorsa minaccia gli esperti con terribili azioni legali, affermando di avere già contattato gli avvocati, aver depositato in tribunale una pratica per diffamazione, etc etc. Ovviamente è tutta una messinscena per cercare di spaventare gli esperti e indurli a ritrattare, se non fosse che gli esperti non sono nati ieri e ci ridono sopra.

IL TRUZZO“. Il truzzo è in genere una persona particolarmente ignorante e grezza, adolescente o sui vent’anni. Compare nelle discussioni dicendo la sua (solitamente con vasto assortimento di errori grammaticali ed abbreviazioni stile SMS), tipicamente roba come “Oh raga, sballa di brutto!!!”, “il vero assenzio alllucinante”, “eh me ne sono bevuto tre shotz e mi ha dato una gega… Ahahahaha” etc etc.
Nel forum italiano c’è una sezione apposita dove sono state raccolte le castronerie più incredibili, una sorta di museo degli orrori.
Quando il truzzo viene contraddetto, reagisce di solito con insulti e altre grossolanerie. Per quanto noioso il truzzo non è particolarmente pericoloso.

IL RELATIVISTA“. La tecnica del relativismo è purtroppo una delle più abusate nelle dispute verbali da quelle persone che non accettano mai di avere torto, ed ovviamente anche nell’assenzio abbiamo questo esemplare.
Il relativista si intromette nelle discussioni con idee false, le solite stupidaggini: l’assenzio è una droga, è allucinogeno, bisogna dargli fuoco, è illegale, etc. Di solito il relativista parte in quarta, convinto di saperla lunga e di spiegare agli altri come stanno le cose. Quando il relativista si trova ad avere le sue teorie confutate chiaramente e facilmente dagli esperti inizia a fare marcia indietro, si guarda intorno in cerca di appigli che gli sfuggono dalle mani, vacilla. Poi, quando capisce che è stato sconfitto, ecco che, tenendo fede al suo nome, reagisce buttando tutto sul relativismo: “magari a te l’assenzio non fa alcun effetto ma io gli effetti li sento, siamo tutti diversi”, “che non esista una ricetta originale è la tua opinione, io sono libero di pensarla diversamente”, “nessuno sa come fosse l’assenzio nell’800 perché quelli che lo bevevano sono tutti deceduti da tempo, quindi poteva essere diverso da come credi” e quando gli si fa notare che ci sono vari esperti che hanno bevuto assenzio proveniente da bottiglie pre-bando sopravvissute ribatte “ma in cento anni di invecchiamento tutto può succedere, magari è cambiato, nessuno può sapere con certezza”, e così via.
Durante questa fase diventa palese che il relativista vuole battere in ritirata, e coglierà con evidente sollievo ogni occasione per chiudere il discorso ed andarsene. Onestamente il relativista vi farebbe anche un poco pietà, con il suo ridicolo e stupido orgoglio e la quasi palpabile gratitudine che traspare quando accettate di chiudere il discorso. Già, FAREBBE, se non fosse che dopo aver buttato letteralmente nel cesso qualche ORA cercando di fargli capire che si sbaglia per poi realizzare che non gliene importa nulla, la rabbia nel sentirsi presi in giro preclude la possibilità di provare un qualunque sentimento di pietà.

Il “FALSO ESPERTO“. Altra figura italianissima e molto diffusa. L’atteggiamento da falso esperto è una delle più comuni reazioni dell’italiano medio quando incontra un vero esperto: “anche io sono un esperto di assenzio!”. A quel punto si parte con una marea di menzogne e storie inventate sul momento dal falso esperto mentre cerca invano di arrampicarsi sugli specchi. Il risultato è solitamente che il vero esperto lascia perdere e chiude la discussione, oppure, se la discussione prosegue, il falso esperto adotta l’atteggiamento del truzzo, del relativista, del professionista arrogante, o altro, a seconda della sua personalità. Un’altra possibilità è il più classico “cambiare discorso”: il falso esperto è palesemente sconfitto, non ha più argomenti, ma il suo orgoglio arde più vivo e luminoso che mai, tale da accecare anche l’orgoglio del relativista! No, accettare un “pareggio” come il relativista non è abbastanza, ci vuole una vittoria! Ecco dunque che in questo caso il falso esperto cercherà di introdurre un nuovo soggetto di discussione, ignorando spudoratamente ogni vostro tentativo di riportare l’attenzione sull’assenzio e anche interrompendovi se necessario. Ovviamente in questa nuova discussione cercherà di avere ragione, ripetendo il procedimento se necessario varie volte fino a che l’avversario non ne può più, o fino a che il falso esperto trova un qualcosa su cui può aver ragione.
Spesso, tuttavia, il falso esperto non necessita di essere risvegliato dall’incontro con un vero esperto ma agisce di sua iniziativa, legge due stupidaggini su internet e inizia a vantarsi di essere esperto di assenzio con amici e conoscenti, mostrandosi sicuro di sé e con la parlantina sciolta. Purtroppo l’assenzio è uno degli argomenti che meglio si prestano ad essere utilizzati dai ciarlatani per fare mostra di sé, visto che la maggior parte delle persone non sa nulla a riguardo, quindi qualunque cosa il falso esperto dica, se detta con l’atteggiamento giusto, è assolutamente credibile.

Il falso esperto è una tipologia molto pericolosa perché, approfittando dell’ingenuità delle persone con cui viene a contatto, diffonde informazioni solitamente scorrette e faziose, e per una persona comune può essere difficile all’inizio distinguere un vero esperto da un falso esperto, in particolare se il falso esperto recita bene la parte.
Se dopo aver letto questa guida si hanno ancora dei dubbi, il modo più sicuro per verificare se qualcuno è un vero esperto o no è rivolgersi alla Associazione Italiana per la Tutela dell’Assenzio (tramite il forum assenzioforum.it); se la persona in questione è un vero esperto sarà già membro del forum, o quantomeno conosciuto dai membri del forum. Essendo l’assenzio un argomento che richiede per buona parte un approccio empirico (assistere a distillazioni fatte da professionisti, incontrarsi con gli altri esperti ed appassionati, etc) non è possibile che qualcuno possa diventare un vero esperto per conto suo leggendo solo sui libri e non conoscendo nessuno nel settore.

 

"ER PIACIONE” più che una categoria si tratta di uno specifico individuo, con caratteristiche in parte simili alle altre tipologie trattate, e in parte assolutamente peculiari. Il piacione, quando incontrato di persona, si comporta come il classico stereotipo in negativo dell’italiano all’estero: vuole essere simpatico a tutti i costi, parla a vanvera, si atteggia ad esperto ma quando capisce di essere di fronte a veri esperti ritratta, è appiccicoso e fa figuracce a non finire.Figuracce internazionali, per giunta, dato che la partecipazione alle absintiadi di Pontarlier di cui il piacione si vanta tanto è stata caratterizzata da chicche quali: vantarsi di essere stato personaggio cardine nella ri-legalizzazione dell’assenzio in Inghilterra per poi essere confutato da un esperto Inglese che ovviamente sulle leggi della sua nazione ne sa un po’ di più del piacione; impantanarsi nelle difficoltà linguistiche e parlare di ragazze chiamandole “chickens” (che vuole dire galline) invece che “chicks” (che vuol dire ragazze); arrivare appiccicato a Markus (esperto e distillatore tedesco) e atteggiarsi ad amicone con Markus che mostrava palesi segni di malsopportazione e che appena riuscito a liberarsene ci dice “non ho idea di chi sia questo tipo, mi si è appiccicato mentre camminavo e non riuscivo più a togliermelo di dosso”. Questi solo per citarne alcuni.

Il piacione fa della falsità il suo credo e, visto che ha interessi commerciali nel vendere il suo assenzio fasullo, su internet non si fa problemi a raccontare storie completamente inventate per screditare i veri esperti, crea account falsi per far finta di avere altre persone che gli danno ragione e finge di essere appassionato di assenzio creando pagine di presunta informazione ma poi trova sempre il modo (lui o i suoi alias) di far spuntare qualche link ai suoi prodotti e farsi pubblicità.
Il piacione è inoltre maestro della proiezione psicologica: siccome lui inganna persone ignare fingendo di essere appassionato ed inserendo pubblicità più o meno occulta, accusa i veri esperti di essere pagati da chissà quale distilleria per dare giudizi faziosi, con teorie di cospirazione a dir poco risibili.
Il piacione, inoltre, non disdegna di atteggiarsi a vittima, cercando di impietosire i passanti virtuali perché “lui povero che ha tanta passione nel suo prodotto li ha tutti contro”.
Ma il piacione è anche un creativo, e sviluppa tecniche innovative come il copiare i siti degli esperti, nel vano tentativo di controbattere con un “chiodo scaccia chiodo”, cerca di trovare con cavilli legali delle falle nella credibilità degli esperti e della loro opera. Tentativi tutti destinati a fallire, perché se c’è un gruppo di appassionati con una dedizione totale è proprio quella degli appassionati ed esperti di assenzio, che spendono volumi enormi di tempo e risorse spesso senza alcun tornaconto economico (ed i rivenditori e distillatori onesti credetemi, si pagano a malapena le spese) in una crociata per diffondere informazione ed educazione sull’assenzio.

Abbiamo visto come individuare un ciarlatano, ma a questo punto la domanda è: Come riconoscere un vero esperto? Di chi fidarsi? A chi dare retta?

Ecco dunque alcuni punti che caratterizzano un vero esperto:
– Un vero esperto è membro di uno dei siti o forum specializzati sull’Assenzio. In Italia è assenzioitalia.it, negli Stati Uniti è wormwoodsociety.org, in Francia heureverte.com, a livello internazionale è feeverte.net, etc. I forum specializzati si riconoscono facilmente perché hanno vari utenti (almeno un centinaio), sono frequentati dai vari distillatori di assenzio autentico (i ciarlatani si tengono alla larga dai forum perché sanno che di fronte ai veri esperti sul forum verrebbero facilmente smascherati ed umiliati), e non fanno promozione e vendita di prodotti ma solo informazione. Poi magari il forum francese spinge un po’ impunemente i prodotti francesi, ma i francesi si sa sono fatti così.

– Un vero esperto è probabilmente stato almeno una volta nella vita a Pontarlier, in Francia. Pontarlier è considerabile come La Mecca dell’Assenzio, visto che ha ospitato le più famose distillerie di Assenzio dell’epoca e nell’800 ha fatto dell’assenzio il cardine della propria economia. Ci sono eccezioni, alcuni esperti per motivi logistici non hanno mai potuto recarsi a Pontarlier, e c’è almeno un ciarlatano, il nostro piacione, che si vanta di essere stato a Pontarlier.
In genere comunque un vero esperto è stato, o conosce bene persone che sono state a Pontarlier.

– Un vero esperto non avvalla mai le sue affermazioni con “ho letto su internet”, “la mia esperienza personale”, “mi hanno riferito”, o altre motivazioni soggettive e/o non verificabili. Il vero esperto di assenzio non ha alcun problema a citare fonti storiche, documenti, libri, e in particolare ricerche scientifiche moderne, non i soliti dati pseudo-scientifici e faziosi dell’800 o degli anni ’70. In sostanza il vero esperto non ha problemi a presentare fatti e prove concrete e verificabili a supporto delle sue affermazioni.

– Di veri esperti al mondo ce ne sono pochi, di conseguenza quantomeno i personaggi di spicco di ogni nazione si conoscono tutti tra loro, sia su internet, sia di persona ai vari eventi a Pontarlier e Boveresse. Se uno si presenta come il maggiore esperto di assenzio Italiano ma all’estero non lo conosce nessuno, vuol dire che sta mentendo.

– I veri esperti hanno allenato il loro palato con un buon numero (spesso anche tutti) di assenzi sul mercato, e di conseguenza possono facilmente elencare le diverse marche di assenzio che hanno assaggiato, descriverne sapore, colore, profumo, etc. E in modo da essere in linea con altri esperti (ovviamente ci sono differenze di percezione da persona a persona, ma se uno è un vero esperto non dirà che un assenzio è floreale se tutti gli altri lo trovano erbaceo, o che è amaro se nessuno lo trova amaro).

– I veri esperti hanno spesso degustato campioni di assenzio proveniente da bottiglie pre-bando sopravvissute ad oltre un secolo di oblio. Oppure anche se magari non ha avuto la possibilità di degustarne di persona (tali campioni sono rarissimi e costosissimi), di sicuro un vero esperto conosce la storia dell’assenzio e tutti i più importanti marchi dell’epoca.

– I veri esperti conoscono (spesso di persona, come dicevo il mondo dell’assenzio è piccolo) i distillatori di assenzio autentico, e di conseguenza non hanno problemi a fare nomi, raccontare la storia delle varie distillerie, etc. I ciarlatani solitamente conoscono una sola distilleria, la loro! Magari le altre le conoscono per sentito dire o hanno letto i nomi su internet, ma non sono mai informati sui dettagli.