Anche quest’anno si è svolta la festa dell'Assenzio (“Absinthe en fête”) in Val-de-Travers; la formula è cambiata rispetto all’ultima volta che ho calcato il suolo valligiano oramai molti anni or sono quando la manifestazione, chiamata “Fête de l’Absinthe”, assomigliava molto ad una delle nostre sagre, ma di acqua sotto i ponti e di Assenzio nei bicchieri ne sono passati e ad oggi la struttura si è affinata coinvolgendo nel suo programma tutti i paesi del circondario che in un arco di circa 50 km vede la presenza di una miriade di distillerie che assieme hanno dato vita ad una bella edizione della manifestazione, che ha visto la presenza anche di un piccolo gruppo di appassionati italiani, ma andiamo per ordine.

Pontarlier

Distillerie Guy

Partito qualche giorno prima coadiuvato da V, la mia compare di degustazioni ne “La Malotte”, venerdì 9 sono giunto in quel di Pontarlier, “la capitale” francese dell'Assenzio dove la prima tappa è stata la Distilleria Guy, storico produttore di assenzi moderni oramai classici come il “François Guy” o nuovi capisaldi come il “Trilogie”; in distilleria abbiamo trovato molta gentilezza anche se tutto è stato un po' formale ma tant’è, la visita è stata comunque piacevole ed interessante, oltretutto non avendo prenotato nessun appuntamento l’attenzione che ci è stata dimostrata dalla responsabile al pubblico, che fra l’altro parla un discreto italiano, è stata piacevole.

Musée municipal

La tappa successiva è stata il Museo civico al cui interno sono organizzate due sale dedicate alla Fée Verte che si dipanano fra alambicchi, posters, storici, bottiglie, oggettistica d’epoca, una piccola sezione dedicata al Tujone e a tutta la campagna anti-assenzio che portò poi al notorio bando.

Se la presenza dei “reperti storici” è ammirabile, non altrettanto si può dire dell’accuratezza nel trattare l’argomento della rinascita dell’Assenzio con pannelli esplicativi che avrebbero bisogno di una “rinfrescata” ed aggiustata rispetto alle marche di Assenzio pontarliese (e dintorni) presenti sul mercato: leggere fra i nomi quello del Versinthe (prodotto di tutto rispetto), un surrogato, è poco tollerabile all'interno del museo della città che si vanta di essere “la capitale dell’Assenzio” nel mondo, sorvoliamo poi sulla targa dell’Absente, parimenti un altro surrogato francese, appesa nell’ultima sala; se certe “imprecisioni” erano fisiologiche anni fa, quando ancora la scena assenziofila moderna era al risveglio dopo più di un secolo di letargo, oggi che la comunità degli appassionati ha precisato cosa sia definibile Assenzio autentico, che esistono disciplinari come quello svizzero e siti internet dedicati è risibile che all’interno del museo siano annoverati fra gli assenzi autentici moderni due surrogati.

Usciti dal museo la pioggia ci accoglie, l’afa è discreta, ci infiliamo in qualche bar dove dietro i banconi si notano molte bottiglie di Pastis e di Anis, ma nessuna o quasi di Absinthe, cosa abbastanza inaspettata nella città che ha dato i natali al Assenzio francese e che è stata sede della distilleria storica per antonomasia, la Pernod Fils, V decide di bere qualcosa (Pontarlier Anis)  prima di ripartire alla volta della Svizzera, io passo; lungo la via ci fermiamo anche alla Pernot (ci torneremo, prima o poi) ma le visite terminano alle 18, mancano 10 minuti, ci accontentiamo di scattare qualche foto all’esterno e ripartiamo verso il confine, che di li a poco ci apre le porte della Val-de-Travers.

In generale ho notato come a Pontarlier la presenza quotidiana dell'Assenzio (le Absinthiades fanno storia a sé) sia piuttosto dimessa e, se si eccettua qualche vetrina e le distillerie cittadine, poco marcata rispetto alla mole di storia che potrebbe sfruttare, il perché non mi è chiaro, anche se alcune idee me le sono fatte ma insomma, fa sempre piacere trovarsi in uno dei luoghi dove “tutto è nato”.

Val-de-Travers

Il confine è davvero a due passi ed in breve tempo siamo all’inizio della Val-de-Travers, dove al contrario di Pontarlier la presenza della Fée verte si comincia ad avvertire da subito: fatine spuntano ovunque, dai cartelli segnaletici alle insegne dei negozi, ad esempio ci fermiamo a comprare del pane e non nego il piacere di entrare in un piccolo alimentari di paese come se ne trovano tanti anche da noi, il classico emporio che vende di tutto un po’, e trovarvi bicchieri e bottiglie di Assenzio della Valle, l’atmosfera comincia ad essere quella giusta, passiamo per Les Bayards alla ricerca della casa de la Malotte, non la troviamo, incrociamo la prima piccola distilleria, già chiusa, oramai siamo immersi fino al collo nelle terre dell’Assenzio e dei clandestini, mi sento più a mio agio in questa terra di ribelli assenziofili rispetto alla francese e ligia Pontarlier, effigi della “Rue de l’Absinthe” compaiono un po' ovunque. La tappa successiva ci vede alla ricerca di un posto dove fermarsi per la notte, siamo in autonomia, ci basta un posto tranquillo con qualche albero, troviamo il luogo adatto nei boschi non lontano da Buttes, la prima tappa della giornata successiva, quella della festa. La notte piove costantemente e smette solo la mattina presto, il cielo è grigio, mentre il caffè sale nella macchinetta osservo il cielo unanime, speriamo bene per la festa…

Le fontane segrete

Ripartiamo da Buttes dove si trovano alcune delle famose fontane nascoste nei boschi e dove è possibile degustare un buon absinthe nei luoghi della “resistenza assenziofila”. Arrivare a trovarle non è facile se non si è accompagnati, perché per scelta degli appassionati volontari dell'“associazione delle fontane” le stesse non sono segnalate ma noi siamo avvezzi ai boschi ed alla ricerca di siti archeologici, le fontane non possono sfuggirci e bastano qualche domanda ed un po’ di colpo d’occhio ed eccoci alla “Fontane à Louis” dove troviamo uno dei volontari dell’Associazione che molto gentilmente ci spiega come raggiungere le fontane successive. Ci dirigiamo subito verso la seconda poiché come ci ha spiegato il signore, a breve sarebbero arrivati una ventina di appassionati partecipanti al tour organizzato nell’ambito di “Absinthe en fête” e noi vogliamo bere con calma.

La seconda fontana si trova poco più avanti, nel bosco proprio sopra la strada: l’area è ben tenuta, ci sono un tavolo, un barbecue, qualche piccola scultura e, soprattutto, la fontana con il suo piccolo tabernacolo a cui interno dimora confortevolmente la nostra cara Fée Verte: la seconda colazione di mattinata, sono le 10,30 circa, è a base di un delicato LaBleue sorseggiato al fresco di querce e abeti rossi. Ci dilunghiamo per qualche foto ed un breve video, è però l’ora di dirigersi verso Môtiers, situata ad un tiro di schioppo, per l’inizio della manifestazione, dobbiamo ritirare i nostri buoni-degustazione ed il bicchiere. Una curiosità: sul posto è presente un tubo all’interno del quale gettare i bicchieri di plastica usati per bere, verranno poi lavati e riutilizzati. Bravi.

Arriviamo a Môtiers poco dopo le 12 e subito incontriamo, seduti ai tavoli fuori dalla distilleria Bovet, i primi due amici italiani Diego, un appassionato piacentino, ed una sua amica, ci salutiamo e scambiamo qualche parola, poi ci avviamo verso La "Maison d’Absinthe" il museo locale sulla Fée Verte, dove ritiriamo il kit festa (tagliandi degustazione e bicchieri)  e che non manchiamo di visitare e sì, questo sì che è un bel museo, 14 sale dense di storia e contenuti, con un occhio di riguardo, ovviamente, per l’affascinante storia dei clandestini e della resistenza assenziofila che ha accudito per più di un secolo la cara Fée Verte ospitandola nei sottotetti, nelle cantine e finanche nelle intercapedini dei muri, così come nei boschi. La visita è emozionante, intanto nel bistrot/emporio del museo c’è chi beve, chi consulta i libri in esposizione e chi assiste alla presentazione del nuovo volume sulla storia moderna dell'assenzio in valle. Mentre ci apprestiamo ad uscire incontriamo i secondi amici italiani: Marco e Serena della distilleria Marna, produttori appassionati del primo -ed ottimo- Assenzio di Torino, ci salutiamo, ci rincontreremo spesso durante la giornata.

Prima stazione di sosta: distillerie Bovet, dove degusto il loro "Emeraude", un verde molto piacevole, ci raggiungono nel frattempo anche Marco e Serena, nonché Diane Tripet -che fra le altre cose ci dice che sta lavorando al suo Assenzio- e Louis Droz, due persone davvero piacevoli, Diane ci invita anche alla festa che si terrà in serata a casa sua, purtroppo non riusciremo ad andare, rimedieremo il prossimo anno, promesso.

Il cielo è ora terso ed il caldo intenso, a tratti fastidioso, per fortuna che abbiamo bevande fresche con le quali dissetarci, seppur alcool e sole non siano un connubio esattamente da salutisti.

Seconda stazione di sosta: Fleurier, distillerie de l'Herboriste, una piccolissima distilleria gestita dai coniugi Virgilio, di lontane origini italiane, i loro assenzi sono poco diffusi e scarsamente conosciuti dalle nostre parti ma la qualità è notevole, ne assaggiamo tre, tutti ottimi, ma una menzione di merito va a "L'Herboriste", che ho apprezzato molto, l’atmosfera è gioviale e Monsieur Virgilio davvero appassionato e disponibile, mentre ci apprestiamo ad andare incontriamo Diego e la sua amica, ci fermiamo quindi, pressati in uno dei pochi angoli d’ombra, a fare due chiacchiere.

Terza stazione di sosta: Sempre Fleurier, distilleria Grand, situata in una suggestiva chiesa (assai) sconsacrata, qui troviamo il vulcanico Patrick Grand che ci accoglie esibendo un discreto italiano con vaghe inflessioni che sembrano quasi napoletane; degustiamo quattro assenzi, fra i quali uno molto interessante, lo “Swiss”, contenente Artemisia annua, davvero particolare, aromatico e floreale, dolce. Menzione di merito anche per il Grand n*5, un particolare Assenzio barriccato da bersi liscio, interessante.

antica chiesa sconsacrata distilleria d'Absinthe Grand

Ora il sole picchia assai, lo stomaco gorgoglia appesantito.

Incontriamo ancora “I Marna”, Diego e compagnia, non abbiamo ancora incrociato Michele, membro del direttivo de l’Académie, ed i suoi amici, sappiamo che ci sono, ma qui i telefoni non prendono e dobbiamo riservare al caso gli incontri.

Séchoir à absinthe (l'essiccatore per assenzio)

Quarta stazione di sosta: Ci spostiamo verso Boveresse, parcheggiamo e subito incrociamo Michele con il suo gruppetto di amici, che bella sorpresa! Ci avviamo quindi assieme nuovamente verso Môtiers, che dista pochi minuti a piedi, ci fermiamo ancora da Bovet dove Michele deve recuperare una bottiglia, ne approfittiamo per chiacchierare e bere un bicchiere assieme; accompagnata la combriccola alla navetta per Fleurier ci dirigiamo verso il “Séchoir à absinthe” l'essiccatoio per l’Assenzio, al cui interno sono presenti attrezzi d’epoca sia della vita contadina della valle, che del quotidiano tout court, slitta funebre compresa.

Quinta stazione di sosta: Distilleria La Valote Martin, sempre Boveresse, siamo già giunti quasi a fine della festa, manca poco alle 18 e quindi sarà l’ultima tappa della giornata, abbiamo saltato a piè pari Couvet e tutta una serie di distillerie ma il tempo è tiranno.

La distilleria è situata all'interno di un suggestivo stabile d'epoca, anche qui estrema gentilezza ed un bel ventaglio di assenzi molto conosciuti anche fra gli appassionati di casa nostra, una menzione speciale per il Nirvana, un Verde che dell'Assenzio maggiore utilizza solo foglie e fiori separati manualmente dal gambo, il che dona al prodotto finale un gusto molto delicato e floreale, prepariamo il tutto coadiuvandoci con il fontanone all'ingresso della distilleria, uno spettacolo di “aggeggio”, qui ci salutiamo con Marco e successivamente con Michele, che parteciperà alla festa di Diane, mentre noi ci avviamo verso la nostra piazzola boschiva, la mattina dopo di buona lena partiremo alla volta dei successivi due giorni svizzeri e vogliamo essere belli freschi, ci congediamo dalla valle con lo sguardo già rivolto alla prossima edizione di questa bella festa.

Un plauso va all’organizzazione, perfetta, agli appassionati che tengono in vita la memoria storica de la Fée verte e ai distillatori vecchi e nuovi, tutti davvero in gamba.

Marco “Der Einzige” Tonarelli