Il 7 ottobre 1910, la Svizzera mise ufficialmente al bando l'absinthe. Dopo decenni di successo e diffusione internazionale, la celebre fée verte – la fata verde – divenne improvvisamente illegale, vittima di campagne moraliste e di paure infondate. Un bando che durò 95 anni.
Il brano Empathy di Giadar, un componimento di musica elettronica dedicato alla Fata Verde. Sottofondo adeguato mentre si gusta un buon bicchiere di Assenzio.
La storia dell'Assenzio, si sa, è sempre stata indissolubilmente legata al mondo dell'Arte. Fonte d'ispirazione dei versi dei poeti "maledetti" come Verlaine e Rimbaud, immortalato in quadri d'autore da Degas a Picasso, e radicato in ogni espressione artistica sin dal periodo di massimo splendore.
La Fata verde, dopo un lungo periodo di oblio, continua oggi ad essere Musa ispiratrice. E in questo brano dal titolo "Goddess in a Glass" (Dea in un bicchiere), uscito il 5 marzo 2023 in occasione dell'Absinthe Day, viene (de)cantata da Adrienne LaVey, youtuber americana, la quale, nei suoi video, tra le altre cose, si occupa spesso di Assenzio, con recensioni, informazioni divulgative e interviste. La ricordiamo, ad esempio, con la sua intervista a Ted Breaux (chimico e distillatore, esperto di Absinthe e creatore degli assenzi Jade).
Natura ed Arte era una rivista culturale italiana pubblicata con cadenza quindicinale verso la fine del XIX secolo, che trattava di tematiche relative all'arte, alla moda e al buon vivere.
L’Italia della Belle Époque è stata legata all’absinthe più che per la produzione nazionale di distillati (assai limitata e della quale ad oggi abbiamo reperito scarse e superficiali informazioni), per la produzione artistica di alcuni suoi esegeti come Amedeo Modigliani o l’ingiustamente dimenticato Emilio Praga, rappresentante della scapigliatura milanese, entrambi noti consumatori d’Absinthe (glisso volontariamente su D’Annunzio che mi pare ne consumasse solo per moda).
È disponibile per Edizioni Segni d'Autore il nuovo fumetto di Paolo Cossi dedicato all'assenzio dal titolo Cloe, la fata verde con una postfazione di Andrea Sica de L'Académie d'Absomphe dal titolo "L'assenzio e l'estro se fate".
“Le pauvre Lélian”
Nato a Metz nel 1844, ebbe un’infanzia che lui stesso ha definito “gioiosa” (Bonheur). Coccolato e viziato da una madre troppo indulgente e da una cugina orfana, doveva trovare duro il primo contatto con le difficoltà della vita. Suo padre, un militare, andò in pensione nel 1851, e la famiglia si sistemò a Parigi.
Dopo aver compiuto dei mediocri studi secondari, Verlaine trova un impiego in Municipio. Burocrate depravato e già ubriacone, non ha perduto quella sensibilità femminea che lo destina a “una tetra serie di avvenimenti contraddittori” (Confessions).
Lettore di opere oscene, frequenta anche i poeti “artisti” e collabora al primo Parnasse. La morte di suo padre (1865) e soprattutto quella di sua cugina Elisa (1867) lo lasciano disorientato, eppure egli mette in subbuglio il vicinato picchiando sua madre nel 1869.
L'assenzio ha affascinato poeti, scrittori e artisti di ogni epoca, diventando simbolo di ispirazione. Dalla Parigi bohémienne dell'Ottocento ai giorni nostri, questa bevanda leggendaria ha trovato spazio in poesie, romanzi e aforismi celebri. In questa raccolta troverai alcuni dei versi immortali in cui viene menzionato l'absinthe, insieme a citazioni, frasi e riflessioni.
Questa è solo una piccola raccolta, in realtà l'assenzio è contenuto in molte altre opere. Se ami la letteratura e la storia della fée verte, lasciati trasportare dalle parole di grandi poeti e scopri come la fata verde abbia influenzato la cultura artistica e letteraria.
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CHARLES BAUDELAIRE
Charles Baudelaire non ha mai menzionato l'Assenzio direttamente nelle sue opere.
Per approfondire leggi: Charles Baudelaire e l’assenzio: verità e leggende
TRISTAN CORBIERE
Ridi bravo! fa’ l’amareggiato,
fa’ la smorfia, Mefisto ’Sbeffeggiami’.
Assenzio! e il tuo labbro giù sbavato…
di’ che tutto ciò ti vien dal cuore.
(Paris, VIII)
Di seguito alcuni manifesti pubblicitari legati all’Absinthe realizzati dall'artista italiano Leonetto Cappiello.
In “Note Azzurre” di Carlo Dossi, pubblicato postumo nel 1912 e in versione integrale nel 1964, sono raccolte quasi seimila annotazioni scritte dell’autore. Alcune sono brevi altre più lunghe, alcune comprensibili altre meno. In alcune di queste viene menzionato l’assenzio, spesso associato al suo amico scapigliato Giuseppe Rovani.
Riporto qui di seguito tutte le annotazioni dove viene menzionato.