Nei vecchi manuali liquoristici italiani troviamo spesso ricette stravaganti per "assenzio", perlopiù liquori preparati per macerazione a base di artemisia. Tuttavia, quando parliamo di Assenzio, il riferimento è chiaro: il celebre Absinthe francese, un distillato raffinato che conquistò il popolo, oltre che artisti e letterati del XIX secolo, fino al suo bando all'inizio del '900.
Da quando l'Assenzio è tornato legale, intorno alla metà degli anni 2000, la mancanza di un disciplinare internazionale ha permesso la diffusione di prodotti che portano il nome "Assenzio" ma che, spesso, hanno poco o nulla a che fare con l'autentico Absinthe del XIX secolo.
Prendiamo come esempio l'Assenzio moderno prodotto dal liquorificio italiano Lazzaroni & Figli, che sfoggia in etichetta la scritta "Assenzio Autentico". Ma è davvero così?
Le caratteristiche dell'Assenzio autentico
Nel XIX secolo, i più importanti e diffusi assenzi superiori avevano alcune caratteristiche fondamentali in comune tra loro, tra cui:
- Prodotto per distillazione, non semplicemente macerato o miscelato.
- Ingredienti chiave: la "Holy Trinity", composta da artemisia absinthium, anice verde e finocchio.
- Niente coloranti artificiali, poiché il colore verde era ottenuto naturalmente attraverso l'infusione di erbe.
- Non avevano zucchero aggiunto.
L'etichetta dell'Assenzio Lazzaroni
Nomen omen? Dando un'occhiata alla loro etichetta, emergono diverse discrepanze rispetto agli standard storici:
- La dicitura "liquore" ci fa intendere che forse non si tratta di un prodotto distillato, ma un liquore.
- Gli ingredienti dichiarati includono artemisia, anice (non specificano se anice verde o stellato) e coriandolo, ma mancherebbe il finocchio, elemento essenziale della Holy Trinity.
- Contiene coloranti artificiali (E102 ed E132) per il colore verde.
- Contiene zucchero.
Eppure, sull'etichetta campeggia senza esitazione la scritta "Assenzio Autentico".
Ma è davvero corretto?
Sia chiaro: in assenza di un disciplinare internazionale (ad oggi esiste solo in Svizzera), è legale chiamare "Assenzio" un prodotto anche se non rispetta le caratteristiche storiche. Ad oggi chiunque potrebbe prendere un qualsiasi alcool scadente, colorarlo chimicamente ed etichettarlo come "Absinthe". Ed è, purtroppo, ciò che avviene nella maggioranza dei casi e con la maggior parte del (non) assenzio che troviamo in vendita. Tuttavia, questa eccessiva "libertà" rischia di confondere chi è meno esperto o chi desidera assaporare un prodotto autentico, simile all'Absinthe dell'Ottocento.
Una comunicazione più onesta - ad esempio, "Liquore a base di artemisia" - eviterebbe fraintendimenti e sarebbe più rispettosa della tradizione e verso i distillatori di oggi che, con non poca fatica, producono assenzio autentico di qualità, rispettando fedelmente ingredienti e metodi produttivi dell'Assenzio dell'Ottocento più diffuso all'epoca.
Per chi ci segue, e chi conosce e apprezza l'Assenzio autentico, queste differenze sono evidenti. Ma per chi è poco informato potrebbe essere fuorviante.
Come distinguere un vero assenzio dai falsi?
Se vuoi approfondire e imparare a riconoscere un assenzio autentico, dai un'occhiata alla nostra sezione: Come distinguere un assenzio vero dai falsi, e consulta anche il nostro Elenco delle marche di Assenzio autentico per scoprire i produttori di assenzio che rispettano la tradizione.