“Qualche giorno fa, per puro caso, mi sono trovato a sfogliare questo libro, che faceva bella mostra di sé su uno scaffale di un supermercato:
La curiosità mi ha spinto immediatamente a cercare le pagine dedicate all’Artemisia Absinthium e… sorpresa? Mi sono trovato a leggere che l’Artemisia era alla base di una bevanda “maledetta” prodotta in Francia nell’800 e messa fuori legge nel 1915 a causa del veleno contenuto al suo interno; il mirabile pezzo continua dicendo che ad oggi è possibile trovare una bevanda simile a quella appena citata epurata dal nominato veleno ma che ciò nonostante provoca gravi danni alla muscolatura, al cervello ed al fegato, questo a causa dell’alcool etilico utilizzato nella produzione.
Questo mirabile esempio di letteratura scientifica è stato finito di stampare a Luglio 2010.
Se è ovvio che ormai non sia evidentemente più ritenuto necessario approfondire gli argomenti prima di parlarne e scriverne, mi chiedo se non sia opportuno come Académie contattare l’editore rettificando le falsità scritte sperando che nelle nuove edizioni si voglia essere più precisi.
A seguito di questa segnalazione del nostro Marco, abbiamo ritenuto opportuno scrivere una lettera alla “Edizioni del Baldo” a nome dell’Académie d’Absomphe.
A distanza di anni, non abbiamo ancora ricevuto una risposta:
Salve, scriviamo a nome de “L’Académie d’Absomphe, Associazione italiana per la tutela dell’Assenzio”. Abbiamo avuto modo di leggere il paragrafo dedicato all’Artemisia Absinthium sul vostro libro “Enciclopedia delle erbe. Riconoscimento e uso medicinale alimentare, aromatico, cosmetico”, e dopo aver constatato, con sommo stupore, una serie impressionante di grossolani errori e falsità riguardo alla paventata dannosità del distillato conosciuto come Absinthe (Assenzio in italiano), ci siamo sentiti in dovere di contattarvi per invitarvi a correggere informazioni false, infondate ed altamente diffamatorie.
Sul vostro libro si fanno ripetuti accenni ai danni fisici provocati da questa bevanda ed al “veleno” in essa contenuto; stupisce la superficialità con cui è trattato l’argomento: una semplice ricerca a mezzo internet avrebbe certamente evitato di cadere nei soliti luoghi comuni legati all’Absinthe, e chiarito ogni dubbio e leggenda sul Tujone (il veleno cui si fa riferimento) e sulle reali cause che portarono al bando (motivazioni prettamente economico/politiche legate alla potente lobbie dei viticoltori transalpini), prima in Francia e poi in buona parte d’Europa.
Vogliamo precisare poi che ad oggi ogni veto nei confronti dell’Absinthe è caduto, da anni è ormai legale e se ne possono trovare numerose varietà prodotte utilizzando strumentazioni e protocolli d’epoca, così come si possono acquistare bottiglie pre-bando senza troppa difficoltà. Il qualtitativo di Tujone contenuto nelle bottiglie d’epoca e quello contenuto nella produzione moderna (regolato per legge a 35mg/litro) è, oltre che innocuo, totalmente ininfluente per il gusto e la qualità di un Absinthe originale.
Del tutto infondate sono poi le notizie da voi riportate riguardo ai gravi danni fisici al sistema nervoso, al fegato, ecc… che l’Absinthe provocherebbe, gravi falsità che contribuiscono a perpetrare una disinformazione ormai centenaria, ma che nel 2010 non ha più alcuna scusa di esistere, se non per pigrizia e scarsa professionalità, visto che dieci minuti sul web possono restituire una discreta mole di materiale documentario, storico e moderno, legato alle alterne fortune dell’Absinthe che dimostra in maniera chiara ed incontestabile sia i veri motivi che portarono al bando, sia la totale genuinità del prodotto, assolutamente non dannoso per la salute.
Gli unici danni che possono essere contestati sono quelli generalmente legati all’abuso di alcool, così come potremmo farlo per il vino o qualsiasi altro alcolico.
Ci rendiamo ovviamente conto che l’Absinthe non è che un argomento marginale legato ad un paragrafo del vostro libro, ma siamo consapevoli altresì che I libri sono un importantissimo strumento di diffusione delle informazioni, per questo è auspicabile che nella stesura di un testo si presti la massima attenzione ad approfondire gli argomenti e verificare le fonti.
Vi chiediamo quindi di rettificare le informazioni legate all’Absinte nelle prossime edizioni del vostro libro, e ci mettiamo a disposizione per ogni domanda, richiesta di fonti, documenti, etc.
L’Absinthe non è una droga, non è pericoloso, e dopo aver ispirato numerosi artisti ed allietato i pomeriggi di tante persone comuni è stato vittima di una delle prime grandi “gambizzazioni” commerciali della storia, grazie all’ignoranza e alla superficialità del secolo scorso.
Stefano Rossoni
Marco Tonarelli
Eros Garelli
Paolo Castellano
Luca Bellomo
Antonino Romeo