ASSENZIO: Quarantine
GRADAZIONE ALCOLICA: 55%
DISTILLERIA: Thor Wallgren Distillery
PAESE: Svezia
TIPOLOGIA: Verte
QUALCHE PAROLA D'INTRODUZIONE:
Continuiamo il nostro viaggio tra gli assenzi svedesi con un prodotto che purtroppo non ha avuto grande fortuna, dal momento che già non si trova più. O, perlomeno, non si trova più dai principali rivenditori internazionali.
Fin da subito possiamo dire che questo Quarantine non è propriamente un assenzio eccezionale, ma è autentico e ha un pregio assai raro, per la sua categoria: è (era?) straordinariamente economico.
PRESENTAZIONE:
Bottiglia molto essenziale, vetro verde, formato piccolo, etichetta minimale e tappo in metallo. In effetti, più che essenziale, sarebbe il caso di definirla dimessa, tanto da ricordare il vecchio prototipo 1797.
COLORE 5,5/10
Pre-diluizione:
Giallino chiaro chiaro non brutto ma neanche particolarmente bello. [3]
Post-diluizione:
Anche quella vaga traccia di giallino scompare del tutto, lasciando soltanto il bianco. La scarsa opacità gli dà inoltre un aspetto un po’ slavato. [2,5]
LOUCHE 12,5/20
Sviluppo:
Anche qui: non è che sia brutto, però non è neanche bello. Anzi, in effetti è, prima di ogni altra cosa, molto confuso: le oil-trails si vedono pochino, il top layer non è granché definito e in generale le nuvolette vanno un po’ come pare a loro, senza procedere con regolarità dal basso verso l’alto ma andando ad offuscare tutta la bolla nello stesso momento. [6/10]
Consistenza:
Non opacizza completamente, il cucchiaino resta un po’ troppo visibile nel bicchiere, per i miei gusti, e ricorda i risultati ottenuti con alcuni prodotti Pernot (anche se non sono disastrosi come con l’Un Emle degli ultimi tempi). [6,5/10]
AROMA 25,5/30
Puro:
Artemisia e melissa davanti a tutto, il resto si sente ma in maniera un po’ confusa. Nel complesso dà l’impressione di essere molto erbaceo e medicinale (e anche in questo ricorda un po’ il 1797 Pernot). Gradevole ma non eccessivamente interessante. [12,5]
Diluito:
Qui la situazione migliora un pochetto, le erbe sullo sfondo si fanno avanti almeno un po’ e l’impronta medicinale si smorza leggermente. Quasi impercettibile l’anice. [13]
AL PALATO 29/40
Profilo aromatico:
Molto meglio di quanto mi aspettassi, viste le premesse tutto sommato non entusiasmanti.
Confermati i toni erbacei e medicinali che si intuivano al profumo, il mio suggerimento è di gustarlo con lo zucchero, persino con la zolletta intera, perché rispetto alla media degli assenzi, questo Quarantine risulta essere piuttosto amarognolo. D’altra parte, va segnalato che, per essere un assenzio tanto economico e per di più con un aroma che aveva l’aria di essere banale e monotematico, ha una complessità inaspettata e da non sottovalutare; non che si tratti di chissà quale prodotto straordinario, ma è senza dubbio più di quanto sembri, ed è qualcosa di diverso dal solito. L’anice non emerge mai, la si percepisce soltanto sul fondo, lasciando spazio ad un sapore erbaceo e un po’ speziato molto nordico. [16]
Persistenza aromatica:
Gradevole e diversa da quella degli assenzi classici, ma anche poco duratura. Fortunatamente, in questa sede, svanisce l’impronta medicinale, che può essere interessante all’assaggio, ma molto meno da tenersi in bocca. [13]
CONSIDERAZIONI FINALI
Come segnalato all’inizio, il prezzo è tra i più abbordabili in circolazione, e visto che la qualità non è bassa, potrebbe essere un valido acquisto. In particolare mi sento di consigliarlo ad un novizio; non come unico acquisto, ma da affiancare a qualcosa di più classico per cogliere le differenze.
VOTO FINALE
La somma fa 72,5. Forse conviene abbassarla di un paio di punticini per ottenere un più realistico 70 tondo tondo. Un buon assenzio, quindi, che non scalerà mai le classifiche ma che vale la pena assaggiare.