Lucid Absinthe - il fratello "povero" dei Jade

Il Lucid è il fratello meno nobile dei Jade. Con questi ultimi condivide il padre Ted Breaux, e la distilleria ovvero la Combier. Le parentele finiscono qui poiché pur essendo un buon absinthe non è accostabile ai suoi fratelli maggiori, migliori come alcool di base, ingredienti e perizia produttiva. Intendiamoci, si sente che dietro questo Lucid ci sono mani sapienti, ma è altrettanto chiaro che l’obbiettivo non era l’eccellenza ma una buona collocazione in una fascia di qualità media.

 

Prima di parlare dell’assenzio vero e proprio una nota sulla grafica, anche questa molto Usa oriented, quindi niente etichetta classicheggiante, sostituita da una bottiglia scura con due occhi felini gialli molto aggressivi, vagamente “Gotic”.

 

COLORE:
Il colore è un verde chiaro con riflessi giallini, piuttosto brillante ma niente di speciale.
Voto 6

 

LOUCHE

Appena si aggiunge acqua si percepisce un sentore di melissa e di vaniglia, oltre all’artemisia, il finocchio e l’anice, che da l’impressione di essere aggressivo. Il louche è regolare, oil trails da manuale ed intorbidimento graduale, buono anche il top layer.
Voto 6,5

 

GUSTO:

Durante la degustazione si confermano in buona parte le impressioni olfattive, eccettuato il sentore di melissa che all’assaggio è assente. La prima cosa che si nota è il gusto grappigno di questo absinthe, quasi sullo stile (ovviamente meno accentuato) dei vecchi Devoille, cosa che può non piacere a tutti ma che personalmente non disdegno. Come assenzio è ben bilanciato ma se vognliamo confrontarlo con i fratelli maggiori Jade direi che la qualità generale degli ingredienti è inferiore, soprattutto nel finocchio e nell’anice che rimane troppo sul palato. L’alcool di questo absinthe è un po troppo aggressivo, si sente troppo in bocca e permane come retrogusto, anche se mi riserverei di assaggiarlo fra qualche giorno per valutare se un minimo di ossigenazione possa risolvere l’accidente.
La persistenza aromatica è nella media, ma non lascia “la bocca buona” come gli assenzi di fascia alta.
Voto 6 – 6,5

 

CONSIDERAZIONI FINALI:

Direi che questo lucid si colloca nella fascia media. Ha certo dei pregi, come il bilanciamento degli ingredienti e un carattere suo che si inserisce nel filone degli ansinthes classici, ma mi sembra che le sue potenzialità siano frustrate dalla scelta degli ingredienti non al top.

Lo reputo un buon assenzio da neofiti, soprattutto ora che sia il Guy che l’Un Emile non offrono più certezze. E’ facile da preparare e da degustare e sicuramente da un’idea di cosa sia un assenzio autentico. Mi spiace solo che con un po di impegno in più si sarebbe potuto tirare fuori un prodotto più interessante. Se l’alcool si ammorbidisce un minimo lo reputo anche un buon prodotto da tutti i giorni.

Per concludere lo reputo di poco sopra il 6, certamente meglio rispetto ad alcuni prodotti della Pernot decantati dai più, ma sotto l’eccellenza.

Come voto finale direi fra il 6 e il 6,5

Credo che lo terrò in considerazione per le degustazioni.