ABSINTHE: Pernod Fils (circa 1910-14)
DISTILLERIA: Pernod Fils, Pontarlier, Francia.
GRADAZIONE ALCOLICA: 68% vol.
TIPOLOGIA: Vintage pre-bando di qualità superiore.
GIUDIZIO: * * * * *
INTRODUZIONE
Nel periodo d’oro dell’assenzio (1870-1914), come si può facilmente immaginare, esistevano (ancor più di oggi) diverse varietà (ordinari, semi fini, fini, di qualità superiore), marche (centinaia e centinaia: per approfondimenti rimando al Dizionario delle marche della Delahaye) e tipologie (verdi, bianchi, rosa, ossigenati..).
L'Absinthe Pernod Fils all'epoca era - ed è tutt’ora - (ri)conosciuto come l’assenzio di riferimento, il termine di paragone, il metro con cui vengono giudicati (per tipologia e qualità) tutti gli altri.
È stato il primo assenzio ad essere messo in commercio (nel 1805) ed è anche stato il più bevuto e il più costoso in assoluto (con la sola eccezione del Cusenier Oxygénée, ancor più caro: circa 2 franchi al litro).
Subito sotto venivano le altre grandi marche: Edouard Pernod, Berger, Premier Fils, Junod, Terminus (circa 1.6 franchi), Parrot, Bazinet, Vichet (1.30 franchi). Poi esistevano quelli ordinari prodotti con oli essenziali, alcool di terza scelta e coloranti (anche meno di 60centesimi al litro).
Al Moulin Rouge, cabaret molto alla moda, un bicchiere di Pernod Fils poteva oscillare fra i 50 e i 65 centesimi, che era comunque il prezzo di un whisky. In altri cafè meno “fashion” lo stesso bicchiere si poteva avere con 25centesimi, mentre per le marche (e non marche) “ordinarie” il costo poteva scendere anche sotto i 5 centesimi.
Oggi la quotazione di un'antica bottiglia di Absinthe Pernod Fils può essere molto cara per una bottiglia d'epoca originale (antecedente al 1915) e alcune centinaia di euro per un assaggio da 3cl.
PRESENTAZIONE:
Il (o meglio, i 2) sample oggetto di questa prova è stato acquistato in Inghilterra presso LDF nel dicembre 2010 e appartiene alla bottiglia qui raffigurata:
COLORE:
Tipica (per un vintage) colorazione feuille morte.
Rispetto all'Absinthe Edouard Pernod è leggermente meno marrone e più ambrato/dorato, e anche un filino più trasparente in controluce. Dopo (quasi/oltre) 100 anni di invecchiamento la tinta verdina è quasi inesistente, ma ricordo che anche all’epoca la colorazione del Pernod Fils non era certamente verde fluorescente come altri prodotti (del passato o del presente) più o meno (in)autentici.
Sono presenti numerosi depositi vaganti appartenenti alla bottiglia originale.
LOUCHE:
Piuttosto rapido (più di quanto mi aspettassi), spesso e regolare, ma ovviamente non da pastis, opacizza completamente.
Ad un'analisi più tecnica si nota la presenza di oil trails fin dalle primissime gocce d’acqua, l’intorbidimento parte dal fondo, come da manuale, e procede in maniera regolare.
COLORE DOPO L’AGGIUNTA D’ACQUA:
A louche terminato viene fuori una tinta leggermente biancastra (speravo che il verde, o perlomeno il marroncino-panna, venisse fuori maggiormente).
AROMA:
Davvero unico, delicato, riempie l’ambiente (e siamo all’aperto..) con note leggermente floreali e speziate, un profumo d’altri tempi compatto e ben amalgamato che rende davvero difficile riconosce i singoli ingredienti. E’ meno caratteristico/caratterizzato dell’Edouard Pernod, e per molti aspetti ricorda davvero moltissimo il PF1901 della Jade (caso diverso per il Verte Suisse ed Edouard, che poco o nulla hanno in comune col carattere dei rispettivi antenati).
MOUTH FEEL:
Ricco e (relativamente) spesso, morbido e persistente, come da (miglior) tradizione Pernod.
ASSAGGIO:
Anche da puro l’alcool non è particolarmente pungente e ricorda davvero moltissimo l’impostazione del già menzionato 1901. Bene o male sono riconoscibili gran parte degli ingredienti tradizionali della scuola classica Pontarlier: alcool di vino di qualità (anche se non spudoratamente protagonista come nell’Edouard), una mai troppo lodata artemisia absinthium di Pontarlier, anice, finocchio (la holy trinity degli ingredienti base conferisce anche una nota leggermente speziata che non ricordavo né nell’Edouard né in un altro Pernod Fils che avevo bevuto ormai diversi anni fa) e melissa.
La cosa che più affascina in questo assenzio è il perfetto bilanciamento (aiutato in questo caso da un’invecchiamento centenario), la coerenza e l’equilibrio dell’insieme, la giusta persistenza.
CONCLUSIONI:
Ho sempre considerato il Pernod Fils l'assenzio per eccellenza, il termine di paragone con cui confrontare il resto della produzione storica e contemporanea. È il migliore in assoluto e il più gradevole della storia? Questo non sta a me dirlo, anche perché si entra in una sfera piuttosto soggettiva. Personalmente, tra i vintage, preferisco (decisamente) l’Edouard Pernod, che reputo tutto sommato (ancor) più gradevole, ma il Pernod Fils, IMHO è stato e sempre resterà a livello complessivo il “più assenzio” di tutti.
- Alcune foto della degustazione del sample di Pernod Fils (1910-14) all'Absinthe Bar di Antibes: www.facebook.com/comte.delautreamont/media_set?set=a.1931409532311.2113629.1454454151&type=3
Altre recensioni internazionali:
- www.feeverte.net/guide/historic-absinthe-brands/pernod_fils_1914
- www.wormwoodsociety.org/index.php/component/content/article/105-absinthe-brand-reviews/vintage-absinthe/468-pernod-fils-pre-ban-1910-cache
“Quando il tramonto stende il suo velo di giacinto
Su Rastaquapolis,
È sicuramente l’ora di prendere l’assenzio,
Figlio mio, che ne pensi?
È d’estate soprattutto quando la sete ti ammazza
– Come cento Dreyfous ciarlieri –
Che conviene cercare una fresca terrazza
Lungo i viali,
Dove si sa di trovare l’assenzio migliore,
Quello di Pernod Fils;
Via gli altri! Come un diesis è un’illusione
Se non è di Gounod.”
(R. Ponchon, Five o’clock absinthe, Le Courrier Français, 06 sept. 1891)