20e Fête de l’Absinthe de Boveresse - 17 giugno 2017

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7 Anni 2 Mesi fa #480 da mOzO
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7 Anni 1 Mese fa - 7 Anni 1 Mese fa #510 da Sine Lux
Come promesso, ecco il mio resoconto!

Che cos'è la Fête de l'Absinthe di Boveresse? Molto semplicemente, è qualcosa che ha grandemente superato le mie aspettative. Qualcosa di magico.
Il viaggio è lungo, soprattutto se lo si fa con l'idea che poi il giorno dopo andrà rifatto nell'altro senso, ma ne vale decisamente la pena.
Siamo arrivati sul posto alle nove di mattina e abbiamo piantato la tenda in un campeggio appena fuori Boveresse, un posto minuscolo e davvero bellissimo. Era una sorta di fattoria adibita approssimativamente a campeggio (c'erano soltanto sei posti tenda), in mezzo al nulla, leggermente rialzata, in modo da poter godere del panorama.
A quell'ora, la festa era ancora in allestimento, quindi ne abbiamo approfittato per fare un salto fuori dalla Svizzera, a Pontarlier, per visitare la distilleria Guy prima dell'orario di chiusura, fare qualche assaggio, magari qualche acquisto. E' esattamente come la ricordavo dalle Absinthiades: una piccola festa, con assaggi gratuiti che non sono assaggi, ma bicchieri veri e propri. Pierre, se ti vede con un bicchiere vuoto in mano o addirittura senza bicchiere, ci rimane quasi male e corre ai ripari, facendoti cenno di avvicinarti con una bottiglia già in mano. A mezzogiorno le visite e la vendita chiudevano, ma il reparto open bar è rimasto aperto più a lungo.
Terminato l'aperitivo siamo rimontati in macchina e siamo tornati in Svizzera, in campeggio, per pranzare e riposare un poco, prima recarci finalmente alla festa vera e propria.
Probabilmente è stato qui che ho iniziato a rendermi conto di quanto tale festa fosse diversa dalle Absinthiades. E', per l'appunto, una festa vera e propria. Una sagra di paese, una di quelle belle, con quell'allegria autentica sparsa un po' ovunque. Non troppo grande, per la verità: gli stand erano meno di quanti pensassi, e difatti Marc Thuillier mi ha più tardi spiegato che purtroppo la festa sembra diventare più piccola di anno in anno. In ogni caso, per pochi che fossero, gli stand offrivano una quantità incredibile di assaggi. E' stato al terzo stand, che ho capito che la possibilità di mantenere la sobrietà era da escludere a priori: a Pontarlier era stato facile, qui era impossibile, ma soprattutto era superfluo, quasi sbagliato.
Gli assaggi sono stati davvero tantissimi, e tutti nuovi: non ho una grande conoscenza di assenzi la bleue, e quelli che già avevo modo di provare non erano presenti alla fiera. Alcuni mi incuriosivano da tempo, altri non li avevo mai nemmeno sentiti nominare, alcuni del tutto introvabili sui classici siti dai quali siamo soliti comprare.
Intorno alle 19, già sul brillo andante, abbiamo fatto gli ultimi acquisti e abbiamo fatto un giro alla distilleria La Valote Martin, che si trova proprio a Boveresse, per un ultimo giro di assaggi e di acquisti. Poi ci siamo recati nel cortile di Diane Tripet per proseguire la festa. Avevo avuto modo di conoscerla alle Absinthiades del 2014, e quando le ho scritto ci ha subito invitati tutti quanti.
Penso che, in fondo, la vera festa e la vera anima di Boveresse stia proprio lì. Lì ho potuto conoscere (seppur molto di sfuggita, vista la stanchezza per il viaggio) Marc Thuillier, Stephanie di Rueverte, un ragazzo di Bologna che ora vive a Neuchâtel e che ha scritto un libro su Diane, i tre ragazzi che hanno creato l'assenzio Vivide e un ragazzo tedesco del quale proprio non riesco a ricordare il nome ma con il quale ho intrattenuto una lunghissima conversazione da ubriachi circa l'utilizzo del calamo aromatico nell'assenzio.
C'è stata la grigliata, carne in abbondanza per tutti, e intanto continuavano gli assaggi, che ormai non erano più assaggi, ma bicchieri veri e propri: Diane ci ha fatto assaggiare un la bleue di nuovissima produzione non appena arrivati, poi ci ha fatto altre offerte, e nel frattempo sul bancone sono comparse sempre più bottiglie, e non soltanto svizzere.
Noi siamo purtroppo rimasti alla festa soltanto fino a un certo punto: la stanchezza era davvero troppa. E' un peccato, me ne rendo conto, soprattutto perché so che la festa è andata avanti fino alle 6.30 di mattina. E' un peccato anche non essere arrivati il giorno prima, così da poter partecipare anche alla festa di venerdì, ma non ce n'è stata la possibilità.
L'anno prossimo, impegni permettendo, mi organizzerò meglio. Perché sì, l'idea è decisamente quella di tornare. Mi è piaciuto infinitamente di più di Pontarlier, mi sono divertito un sacco, vorrei rifare tutto e rifarlo meglio. Nonostante l'assenzio sia onnipresente, inoltre, ritengo si tratti di una festa che potrebbe facilmente piacere anche a un non appassionato: a Pontarier, una persona poco interessata all'assenzio finirebbe probabilmente per annoiarsi; qui invece si divertirebbe un sacco lo stesso.
Insomma, in conclusione l'esperienza è stata estremamente positiva, sono ben più che soddisfatto, della festa come del breve giro del giorno successivo tra le distillerie della zona, tra Boveresse e Motiers, tra Couver e Fleurier (alcune aperte e alcune chiuse), conclusosi poi con una gita a Neuchâtel. A chiunque non sia mai stato alla Fête de l'Absinthe di Boveresse, consiglio caldamente di andarci. Perché davvero, è tutto bellissimo.

Aggiungo, di seguito, alcune brevi note sugli assaggi. Mi scuso in anticipo se non sarò poi così breve, ma si tratta davvero di tanti assaggi, ed è quindi giusto che si prendano un po' di spazio. Mi scuso anche se in alcuni passaggi sarò vago e talvolta persino impreciso: tenete conto che si è trattato in buona parte di piccoli assaggi, e che da un certo punto in poi non solo i sapori tendevano un po' a mischiarsi, ma la mia lucidità non era più quella di quando avevo iniziato.
Per le foto, rimando al mio album su facebook: www.facebook.com/michele.ridella/media_s...62.1449383993&type=3 (l'album lo può vedere solo chi ho già come amico, quindi nel caso sentitevi pure liberissimi di aggiungermi).

Distillerie Armand Guy
Prima della Svizzera, un po' di Francia. Il primo assenzio che ho provato alla distilleria Guy è stato il Magie Verte, l'unico che non avessi avuto modo di assaggiare in precedenza, un assenzio affinato in botte e prodotto in edizione limitata con la consueta bassa gradazione dei prodotti Guy e alcune note davvero molto particolari. L'ho trovato gradevole ma non travolgente; non da comprarmi una bottiglia intera, ma da berne volentieri un altro bicchiere se dovesse presentarsene l'occasione.
La Pontissalienne è sempre un prodotto ottimo, una versione più complessa e leggermente meno anisata del classico Guy, che però io, pur nella sua estrema semplicità, continuo a preferire. Era un po' che non lo bevevo, e devo dire che mi mancava. Non solo: ho letto, negli ultimi anni, alcune notizie relative a un calo di qualità non soltanto dei prodotti Pernot, ma anche dei Guy. Io, a titolo puramente personale, mi sento di sostenere il contrario: il Guy è sempre stato un buon assenzio, ma non l'ho mai apprezzato tanto come questa volta. La tentazione di comprarmene una bottiglia è stata davvero forte, ma ho preferito conservare i soldi per qualcosa di più raro.

Distillerie de la Raisse
Arriviamo alla festa vera e propria, e con essa al primo stand, che proponeva un unico Absinthe apparentemente senza nome, come si può vedere dalle foto. Un classico la bleue dal gusto piacevole e rinfrescante, perfetto per cominciare il giro degli assaggi. Manco a dirlo, non lo conoscevo assolutamente.

Celle à Guilloud
Il secondo stand offriva due bianchi e un verde, e tutti e tre, così come il nome della distilleria, mi erano sconosciuti. Gli assenzi Celle à Guilloud e La Guilloudtine sono entrambi degli ottimi la bleue, a cui forse manca quel qualcosa in più per poter emergere; sono in ogni caso abbastanza diversi tra loro (anche se i clandestini tendono a somigliarsi un po' tutti, è anche vero che, assaggiandoli uno di fila all'altro, le differenze si fanno nettamente più evidenti), e credo si tratti di una ricetta proprio diversa, e non soltanto di una differenza di gradazione.
La Chanvrière, l'unico verde che propongono, è un verde a bassa gradazione davvero buono: certo, ha il difetto di somigliare un pochino a un la bleue colorato, ma a dirla tutta nemmeno troppo: ha la sua particolarità e, grazie anche alla bassa gradazione, va giù che è un piacere. Una bottiglietta da 10 cl me la sono portata via.

La Valote Martin
Arriviamo finalmente a una distilleria che, se non altro di nome, già conoscevo. E' stato proprio qui, vedendo l'enorme quantità di assenzi schierati, che ho capito che non ne sarei uscito sobrio, a meno di non voler rinunciare a qualcosa. E, naturalmente, non avevo intenzione di rinunciare a nulla.
I sei la bleue classici della distilleria erano disposti in ordine, dal più dolce al più secco: Marylin, La Fée Verte du Val-de-Travers, La Belle Epoque, Martin, La Grenouillarde e L'Originale. Fare un commento distinto su ognuno di questi assenzi va oltre le mie capacità, ma vista la distribuzione progressiva dal dolce al secco, posso dire che a mio gusto l'equilibrio migliore è quello centrale, e in particolare nell'assenzio Martin, che più di tutti mi ha colpito. Ne avrei volentieri comprata una bottiglietta, ma purtroppo, quando mi sono deciso, quelle da 10 cl erano già finite; quindi ho preferito rinunciare, e magari rimandare all'anno prossimo.
Ma non è finita qui: due produzioni speciali della distilleria sono il Nirvana e l'Esmeralda. Il primo è un bianco che si discosta parecchio dai sapori tradizionali svizzeri: molto floreale, delicatissimo, con un gusto particolarissimo. L'ho adorato. Il secondo invece è un verde davvero ben fatto: i sapori sono quelli tipici della Val-de-Travers, eppure non è assolutamente un bleue colorato. Ne ho comprata una bottiglietta da 20 cl.
Altri due assenzi, l'HR Giger Wolfsmilch e l'HR Giger Zeitgeist, erano esposti allo stand, ma non era disponibile l'assaggio; fortunatamente, era possibile farlo presso la distilleria lì a due passi per pochi franchi. Sono sicuramente buoni, ma forse non mi hanno colpito fino in fondo; in particolare lo Zeitgeist mi è parso un bleue tutto sommato non straordinario. Buono sì, questo sicuramente, ma anche molto nei canoni. Discorso simile per il Wolfsmilch, un verde davvero piacevolissimo ma non memorabile.
Infine, la distilleria offriva anche un Absinthe Barrique che, come ci è stato prontamente spiegato, è stato fatto proprio in occasione della Fête de l'Absinthe, in un'edizione limitata da 450 bottiglie. Non avevo mai provato un bianco affinato in botte, e l'ho trovato molto diverso dai verdi: il sapore dato dalla botte si sente molto di più, così come quello del brandy, del quale erano presumibilmente impregnate le pareti. Sembra davvero un bizzarro incrocio tra assenzio e brandy, sicuramente interessantissimo, ma forse non di mio gusto. E' però un parere esclusivamente personale, dal momento che a molti altri è piaciuto parecchio.

Absinthe de l'Herboriste
Un'altra distilleria che non conoscevo, un'altra distilleria della quale reperire i prodotti è piuttosto difficile. Menzione d'onore per Pierre-André Virgilio, il titolare della distilleria, un tipo simpaticissimo con il quale ho chiacchierato con piacere. Inoltre, i suoi prodotti erano davvero ottimi. Il suo grande classico, l'Absinthe de l'Herboriste, è un la bleue estremamente tipico, ma davvero di altissima qualità; a mio parere, però, l'Impériale ha una marcia in più: più intenso, più particolare pur nella sua classicità. L'ho davvero adorato, e ne ho comprata una bottiglia da 35 cl. Aspetto di assaggiarlo nuovamente in futuro, ma ritengo si tratti di uno dei miei bleue preferiti.
Infine, Virgilio proponeva altri due assenzi: l'Ancestrale Verte e l'Ancestrale Bleue. Tra questi e l'Impériale non si può certo dire che scelga nomi modesti, ma anche gli ultimi due prodotti sono all'altezza della loro presentazione. Il bianco non colpisce forse come l'Absinthe de l'Herboriste (e certo non come l'Impériale), ma è comunque ottimo; il verde ha un carattere più deciso, diretto ma anche mediamente complesso. Davvero, so che reperire in Italia i prodotti di questa distilleria è un'impresa più che ardua, ma se ne avete la possibilità fatelo. Perché ne vale davvero la pena.

Willy Bovet
Ci avviciniamo alla fine con un'altra distilleria che già conoscevo di nome, ma della quale ancora non avevo assaggiato alcun prodotto. Gli assenzi Tradition e Le Chat sono entrambi dei bleue molto classici, forse fin troppo; più diretto il primo, più dolce e soffice il secondo, entrambi buoni, ma che faticano a colpire a fondo. Il Nostalgie Paris 1900 è invece già più particolare, più complesso e più saporito: il suo essere prodotto in piccole quantità si avverte facilmente, e il breve affinamento in botte (due mesi) dà quel tocco in più. Non ha quel forte sapore di brandy che avevo percepito nel Barrique della Valote Martin, probabilmente per il minor tempo di affinamento, che contribuisce soltanto a dargli un colore più opaco e un sapore più rotondo e intenso.
Anche il Septante 7 è un la bleue particolare, e non solo per la gradazione (esageratamente) alta: pungente, in un certo senso anche piccantino, l'ho apprezzato molto. Di questo e del Nostalgie ho comprato una bottiglietta da 10 cl. Discorso diverso invece per l'Emeraude, unico verde prodotto da questa distilleria, del quale tra l'altro non avevo mai sentito parlare: qui l'eccessiva quantità di alcol si fa sentire, e la colorazione non aggiunge granché all'assenzio: è sicuramente un buon prodotto, ma in poco (o nulla) diverso da un bleue, e mi è parso un po' anonimo.

Absinthe GRAND
Giungiamo infine all'ultimo stand. Conoscevo la distilleria Grand di nome, ero incuriosito dagli assenzi prodotti, ma non avevo mai trovato la maniera di acquistarli. Il Grand Verte e il Grand Blanche sono entrambi assenzi ottimi. Ma ottimi davvero. La medaglia d'oro alle Absinthiades, ormai da diverso tempo, non è più per me sinonimo di garanzia; ma questa volta mi sento di condividere il parere dei giudici degli ultimi due anni. Il verde è magnifico, una sorta di incrocio tra tra scuola francese e scuola svizzera, classico ma con un qualcosa di unico e particolare. Per il bianco, il discorso è molto simile: non è esattamente un la bleue canonico, ma non è nemmeno un blanche francese: una sorta di via di mezzo classicheggiante e interessantissima, oltre che davvero ma davvero gustosa. Inoltre, il design delle bottiglie è davvero particolare e accattivante. In questo caso non c'erano bottigliette, ma non potevo comunque farmi scappare entrambe le versioni di questo magnifico assenzio, e dopo aver ponderato a lungo ho optato per portarmi a casa mezzo litro di Grand Verte. Se davvero riuscirò a tornare l'anno prossimo, sarà la volta del bianco.
Ho provato anche l'Absinthe N. 5, un assenzio affinato in botte similmente al Barrique della Valote Martin, e che a questo somiglia molto. Cosa curiosa, ci è stato consigliato di assaggiarlo puro, senza diluirlo con l'acqua.

Qualche altro la bleue
A casa di Diane abbiamo avuto modo di riprovare alcuni dei bleue già presenti alla festa, ma anche di assaggiarne di nuovi. Personalmente, ho rimediato a una grave mancanza provando finalmente La Clandestine, che è in effetti il bleue per eccellenza: non perché sia il più buono, ma perché è un perfetto punto di riferimento per capire com'è un assenzio la bleue. Assenzio di nuovissima produzione è invece l'Absinthe des Chats, appena sbarcato anche su absinthes.com: bottiglia davvero bella, sapore classico e rinfrescante, molto sul dolce.

Aymonier
Come ho però anticipato, non erano presenti soltanto assenzi svizzeri. Hanno fatto la loro comparsa, tra gli altri, i recenti prodotti Aymonier, che già da tanto mi affascinavano e incuriosivano, e così ho avuto modo di provarli tutti e quattro. Sono tutti accomunati dall'artemisia, molto presente, decisamente in primo piano, a mettere in ombra tutto il resto; è un'artemisia particolare, molto dura e un po' pungente, che personalmente ho molto apprezzato. La qualità è però altalenante: La Perchée è un blanche con note floreali sotto l'artemisia, ma con l'alcol troppo in evidenza; sicuramente gradevole, ma tra tutti è quello che mi ha entusiasmato meno. La Loulette, con la sua gradazione inferiore, è sicuramente il più semplice e il più diretto della distilleria; visto anche il prezzo ridotto, potrebbe essere un'idea per un acquisto, se si cerca un bianco non troppo complesso e che punta molto sull'artemisia. Il Sans Frontières è sicuramente il miglior prodotto tra gli Aymonier: un bianco con un certo carattere, meglio bilanciato degli altri (per quanto l'artemisia sia comunque di gran lunga il sapore dominante), probabilmente ancora troppo alcolico, ma davvero saporito. Infine, La Faucille, unico verte della distilleria, è in linea con i suoi fratelli: la colorazione gli dà un tono più erbaceo, ma si tratta comunque di una colorazione piuttosto blanda. In ogni caso, resta il mio preferito insieme al Sans Frontières.
Nel complesso sono comunque tutti e quattro degli assenzi sicuramente di qualità; solo, forse, un po' al di sotto delle mie aspettative.

Aixsinthe
E dopo tanta Svizzera e un po' di Francia, per concludere ci spostiamo in Germania. Era un po' che tenevo d'occhio il Vivide, un assenzio decisamente costoso, ma del quale leggevo molto bene. L'ho provato sia nella sua versione classica che in quella Oak Aged, e in entrambe le forme è davvero ma davvero ma davvero (ma davvero) buono. Nonostante fosse molto giovane – i ragazzi che l'hanno creato mi hanno infatti spiegato che si tratta di un'anteprima di quella che sarà la batch di settembre, e che quindi sarebbe dovuto rimanere conservato per altri tre mesi – l'ho trovato straordinario. E' diverso, decisamente: si allontana molto dai sapori classici degli assenzi svizzeri o francesi, ma senza arrivare al punto di diventare qualcosa completamente diverso. Si tratta senza dubbio di una delle migliori novità nel panorama dell'assenzio, ma anche di un prodotto ottimo in generale, capace di rivaleggiare con i vecchi classici.
Se qualcuno volesse acquistarlo, consiglio spassionatamente la versione affinata in botte: anche la versione classica è straordinaria, ma quella invecchiata ha una marcia in più a livello di rotondità e cremosità, e per dieci euro di differenza ritengo che sia preferibile aggiudicarsi il meglio. Inoltre, a quanto mi è stato spiegato, questa nuova batch (che sarà in commercio all'incirca da settembre, a quanto pare) è andata a migliorare quella attuale, soprattutto sul fronte del louche: non so che problemi avesse la vecchia batch, ma questa, anche dal punto di vista del louche, è perfetta.
Ultima Modifica 7 Anni 1 Mese fa da Sine Lux.

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7 Anni 1 Mese fa #511 da mOzO
Che bel resoconto Michele, da far invidia a chi non ha potuto partecipare!

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5 Anni 2 Mesi fa #617 da Eros
Ottimo resoconto, grande Michele!

"Il y a bien ici un lieu de boisson que je préfére. Vive l'Académie d'Absomphe."
(Arthur Rimbaud)

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