I Guru improvvisati del web

Tra i vari personaggi specializzati in disinformazione internettiana, questo singolare soggetto è sicuramente riuscito a catturare la nostra attenzione con un articolo al link: http://spin.quequero.org/Come_Fare_L’Assenzio (aggiornamento: il contentenuto della pagina è stato cancellato).

Vediamo di analizzare insieme l’articolo:

Disinformazione sull’Assenzio a La prova del cuoco, Raiuno (15/05/2013)

Questa mattina, 15 maggio 2013, nel corso della trasmissione “La Prova del Cuoco”, si è parlato anche di assenzio (artemisia absinthium, pianta), ed è stato detto che è piuttosto usato in liquoristeria per la produzione di Vermouth e simil(ar)i. A quel punto, la signora Antonella Clerici, se ne esce fuori con un esilarante, “Ma l’assenzio non è una droga?”, e, come se non bastasse, l’ “espertone” di turno, oltre ad annuire, ha aggiunto che il distillato provoca “allucinazioni”.

Intervista a Scott MacDonald - autore del libro "Absinthe Antiques"

In occasione della pubblicazione del suo nuovo libro, Absinthe Antiques: A Collection from la Belle Epoque (absintheantiques.net) abbiamo chiesto al nostro amico Scott MacDonald di raccontarci qualcosa di sé e della sua passione per l’assenzio.

- Disponibile in lingua italiana ed inglese -

Locali specializzati in assenzio autentico: Il Palazzo delle Misture di Bassano del Grappa (VI)

Aperto dai primi mesi del 2011, il Palazzo delle Misture ha portato nel cuore di Bassano - a due passi dal Ponte degli Alpini - l’esperienza del Lumière Cabaret Cafè, storico locale della città. Il Lumière è stato il primo vero cocktail bar di qualità a Bassano, oltre che l’unico locale a dare spazio alla musica jazz e al cabaret, con spettacoli di artisti che poi hanno trovato il successo anche a livello nazionale.

Sui suoi due piani il Palazzo delle Misture offre spazi davvero insoliti, certamente unici in città. Il fornitissimo bancone dell’ingresso è l’ideale per chi va di fretta – o per l’aperitivo in piedi – mentre il piano superiore, più ampio e diviso in tre diversi ambienti, offre uno spazio elegante e accogliente in cui trascorrere momenti di relax, ascoltando magari del buon jazz eseguito dal vivo. Tonalità e arredamento, diversi per ciascuna sala, identificano gli ambienti: più ariosa la prima, più raccolta e soffusa la seconda (dedicata alla degustazione degli assenzi), più barocca la terza, con un dominante colore rosso fuoco.

Il Palazzo delle Misture è il salotto ideale per aperitivi e dopocena all’insegna del buon bere, a cominciare dai vini. La carta offre diverse etichette in mescita, con particolare attenzione ai vitigni autoctoni storici e di recente recupero. Sono presenti, sempre in mescita, vini spumanti soprattutto italiani, provenienti dalle aree tradizionali del metodo classico, ma anche da altre zone di più recente produzione spumantistica.
In orario aperitivo il locale prepara sempre delizie di finger food di accompagnamento ai calici di vino e ai cocktail. Dai classici internazionali ai caratteristici pre-dinner, fino ai miscelati più moderni, l’offerta è varia anche su questo fronte. Inclusa nell’ampia lista c’è una parte dedicata ai cocktail dimenticati, come il Pegu Club, il Derby, l’Hurricane, e a quelli storici a base di assenzio, come il Sazerac, il Duchess, il Monkey Gland. Sono anche presenti preparazioni di cocktail ottenuti con le nuove tecniche di mixologia molecolare.

Nella sala dedicata all’assenzio, si possono degustare i marchi storici di produzione di fine Ottocento e inizio Novecento, ovvero del periodo precedente al bando. Con il classico rituale in voga in quegli anni nel loro luogo di origine, si sorseggiano tra gli altri Verte Suisse, Nouvelle Orlèans, Duplais, Un Emile, Montmantre, La Clandestine, White Fairy.
Selezionate birre artigianali e pregiati distillati completano l’offerta del Palazzo delle Misture, decisamente uno dei locali più particolari e attenti alla qualità presenti in città.

 

Contatti

www.palazzodellemisture.it

https://it.foursquare.com/palazzomisture

https://www.facebook.com/Palazzo-delle-Misture-170426042976913/

https://twitter.com/PalazzoMisture

La vera gradazione di un vero assenzio

Quanti gradi ha un Assenzio autentico?

Grazie alla preziosa consulenza/collaborazione di Conte di Ugenta, un po’ per gioco e un po’ per curiosità, ho/abbiamo cercato di misurare la più-o-meno esatta gradazione di Assenzio di un bicchiere di Absinthe Pernod Fils [l'assenzio più famoso e rappresentativo di tutti i tempi] raffigurato nella celebre cromolitografia di Charles Maire.

Com’è nata l’idea? 

Mentre stavo assaggiando un prototipo di assenzio artigianale, in cui non veniva ovviamente indicata la gradazione alcolica, ho pensato di provare a misurarla con un alcolimetro piuttosto rudimentale e di pubblicare l’esito della prova. 

Gli assenzi (e i distillatori) clandestini

L’assenzio, nell'800, era fondamentalmente “verde” (nel senso di colorato), anche se i bianchi, naturalmente, sono sempre esistiti (a partire dal Pernod Fils..). Nei primi anni del ‘900, a seguito delle violente campagne antialcolismo (dove spesso l’assenzio veniva definito il “pericolo verde”), molti produttori cercarono di cambiar colore (dai bianchi ai rosa..) e di sottolineare nelle loro pubblicità l’aspetto “salutare” della bevanda (assenzi ossigenati, con ozono, senza tujone, senza alcool..).

Questo non fu però sufficiente, e di lì a poco la fata verde venne bandita quasi ovunque. In Francia sparì e lasciò il posto al pastis, il suo diretto discendente/surrogato, che non utilizza(va) artemisia absinthium (e in principio non aveva louche) e che aveva/ha una gradazione sensibilmente più bassa (dai 20 ai successivi 45°).

Scopriamo i furbetti e ciarlatani dell’assenzio

ImbonitoreIl mondo dell’assenzio, purtroppo, è un po’ una giungla: in mancanza di normative (ad eccezione per la Svizzera) che ne regolano la produzione, personaggi senza scrupoli approfittano di queste lacune e della generale ignoranza nei confronti dell’assenzio (ignoranza in senso buono, è un prodotto scomparso dal mercato per più di cento anni e la gente si è dimenticata il suo sapore, colore e caratteristiche) per spacciare come assenzio prodotti di bassa lega, che ricordano l’assenzio tanto quanto la birra ricorda il whisky. In particolare tali individui spesso e volentieri utilizzano leggende metropolitane sulle presunte proprietà psicoattive dell’assenzio (tutte baggianate che i veri esperti possono confutare facilmente con documenti storici e scientifici) per abbindolare giovani in cerca di uno “sballo legale”.

Ma tutti sappiamo bene che “non di solo pane vive l’uomo”, e di conseguenza altri cialtroni sono mossi da motivi meno venali, come il classico “farsi belli” di fronte ad amici e conoscenti. O la testardaggine nel non voler ammettere di aver preso le proverbiali lucciole per lanterne.

Come difendersi quindi? Come riconoscere questi loschi individui camuffati da esperti e sedicenti commercianti?

Il nuovo distributore ufficiale Jade per l’Italia

Articolo del 2013. Alcune informazioni potrebbero non più corrispondere.

 

IL RITORNO DI UNA LEGGENDA

Dopo un paio d’anni di assenza, siamo lieti di annunciarvi il ritorno sul nostro mercato della linea completa dei prestigiosi assenzi Jade, compreso il Lucid, l’entry level della serie.

Insieme a Pietro Gilardi, titolare della Gilardi Selezioni, abbiamo anche deciso di proporre uno sconto, a tempo indeterminato, riservato esclusivamente ai nostri iscritti, ovvero a tutti gli utenti registrati sul nostro forum.

Lettera alla Edizioni del Baldo

“Qualche giorno fa, per puro caso, mi sono trovato a sfogliare questo libro, che faceva bella mostra di sé su uno scaffale di un supermercato:

La curiosità mi ha spinto immediatamente a cercare le pagine dedicate all’Artemisia Absinthium e… sorpresa? Mi sono trovato a leggere che l’Artemisia era alla base di una bevanda “maledetta” prodotta in Francia nell’800 e messa fuori legge nel 1915 a causa del veleno contenuto al suo interno; il mirabile pezzo continua dicendo che ad oggi è possibile trovare una bevanda simile a quella appena citata epurata dal nominato veleno ma che ciò nonostante provoca gravi danni alla muscolatura, al cervello ed al fegato, questo a causa dell’alcool etilico utilizzato nella produzione.

Assenzio flambé: facciamo chiarezza su questo abominio

Di Eros Garelli e Stefano Rossoni

Contrariamente a tutte le assurdità (spesso in malafede) che ancora oggi continu(iam)o a leggere sul web, il metodo flambé (o Bohemien o Bohemian o Bohemienne e chi più ne ha più ne metta), che consiste nel bruciare l'assenzio o dare fuoco alla zolletta di zucchero, è un falso storico che nasce (nel 1994 e non nell'800) nel borgo barocco di Jindrichuv Hradec, 150km a sud di Praga (ergo non a Parigi), dall’ignoranza e dal marketing del suo inventore e distributore (rispettivamente Randomil Hill e Green Bohemia) ed è semplicemente un abominio est-etico: rovina il gusto (quando c’è ancora qualcosa da rovinare nei prodotti di scuola ispanico-praghese solitamente utilizzati per quel tipo di preparazione), i cucchiai, i bicchieri e può anche essere nocivo per la salute.