Il mondo dell’assenzio, purtroppo, è un po’ una giungla: in mancanza di normative (ad eccezione per la Svizzera) che ne regolano la produzione, personaggi senza scrupoli approfittano di queste lacune e della generale ignoranza nei confronti dell’assenzio (ignoranza in senso buono, è un prodotto scomparso dal mercato per più di cento anni e la gente si è dimenticata il suo sapore, colore e caratteristiche) per spacciare come assenzio prodotti di bassa lega, che ricordano l’assenzio tanto quanto la birra ricorda il whisky. In particolare tali individui spesso e volentieri utilizzano leggende metropolitane sulle presunte proprietà psicoattive dell’assenzio (tutte baggianate che i veri esperti possono confutare facilmente con documenti storici e scientifici) per abbindolare giovani in cerca di uno “sballo legale”.
Ma tutti sappiamo bene che “non di solo pane vive l’uomo”, e di conseguenza altri cialtroni sono mossi da motivi meno venali, come il classico “farsi belli” di fronte ad amici e conoscenti. O la testardaggine nel non voler ammettere di aver preso le proverbiali lucciole per lanterne.
Come difendersi quindi? Come riconoscere questi loschi individui camuffati da esperti e sedicenti commercianti?